DEI RE DI SPAGNA 283 vaiu), c la squadra spagnuola clic incrociava davanti quella piazza non avea potuto impedire lo sbarco in un porto vicino degli approvigionamenti destinati pel campo dei Barbareschi. L1 oro che la corte di Madrid dar fece a quel bey c spargere nel divano di Algeri meglio gli riuscì delle armi. 11 3o luglio un armistizio di quindici giorni fu segnato dal nuovo bey d’Algeri e dal vice-console di Spagna in quella città. Il bey di Mascara tosto levò il campo davanti Orano. Il iq agosto Carlo IV visitò lo stabilimento formato a Madrid dal ministro delle finanze Lorena per incoraggiare P industria nazionale} gli opificii, l'osservatorio, le sale di fisica, di ottica e mineralogia} quelle in cui si raccoglievano le porcellane della manifattura di Bucn-Rctiro, i cristalli di quella di S. lldefonso, e i pezzi di platino, ottone e zinco provenienti dalle fabbriche di S. Gio: e S. Giorgio, stabilite da due anni dal ministro nelle montagne di Alcaraz,ad oggetto di utilizzare la preziosa miniera di giallomina, anticamente scoperta nella montagna Calar del mondo, presso la riviera di quel nome. 11 16 agosto scoppiò un incendio a Madrid nottetempo, e consumò tutte le abitazioni che formavano uno dei lati della piazza Mayor e molte di quelle componenti una delle altre facciate. Il trattato intavolato col re di Maracco incontrò molte difficoltà: le negoziazioni furono interrotte, e il 31 luglio si congedò P ambasciatore marocchino. Carlo IV con decreto 19 agosto, segnato di proprio pugno e diretto al supremo consiglio di guerra, espose i motivi dalla sua dichiarazione di guerra contra il monarca africano. Tra questi uno era la istituzione di guardie avanzate presso Ceuta, il divieto di esportar grani dagli stati di Marocco, le ostilità contra i piccoli presidii, le non mantenute promesse di ratificare la pace al giungere di un inviato spagnuolo, il raccogliersi truppe e munizioni dirette contra Ceuta, il rifiuto di ritirarsi, di demolire le opere costrutte per l'assedio di quella piazza, c di accettare ih piano di una perpetua pace, Por-dine dato da Moley-Yezid al suo ambasciatore di chiedere alla Spagna la restituzione di Ceuta, Melilla, Pennon do Velez e d'AIhuceroas, o il pagamento di un tributo per quelle piazze, e in caso di rifiuto dichiarar guerra. A questo ma-