DEI RE DI SPAGNA 189 regno ili Ferdinando VI, di lei figliastro, ritirata nella solitudine di ltio-Frio, da lei fatto edificare, ne era uscita alla esaltazione al trono di Carlo III: ijia allora, acquistando nuova considerazione, non potè però ottenere da quel principe pacifico tutta l’influenza eh’crasi ripromessa. 1767. Morì il i5 gennaio in Barcellona il marchese de la Mina, vice-re della Catalogna, cui da gran tempo governava con autorità da sovrano e bontà di padre. Quella provincia deve a lui le sue prime manifatture, l’aumento del suo commercio e l’ornamento della sua capitale: si può considerarlo come il fondatore della nuova città di uarcello-nctta. nella cui chiesa volle essere interrato. . Dopo il patto di famiglia, meno vantaggioso al ramo di Spagna clic non a quello di Francia, la corte di Madrid seguiva l’impulso di quella di Versailles. In Ispagna crausi ronsidcrabilmcntc moltiplicati i gesuiti, e vi godevano grandissimo credito: essi aveano quasi sempre dirette le coscieii? zc dei re, l’educazione dei principi e qualche volta dati ministri allo stato. A malgrado il timore che ispiravano, nessuno dei grandi crasi ancor dichiarato espressamente loro nemico durante il regno di Carlo III, e nulla iacea loro presagire la procella che avea atterrato in Portogallo e Francia il loro istituto. Ma quanto maggiore era la loro influenza, e più il re e il conte d’Aranda, suo primo ministro, dovettero usare il secreto e la celerità nell’eseguire i loro disegni per impedire una sollevazione popolare. Nella notte dcl3i marzo al i.° aprile 1767 alla mezzanotte si circondarono di milizie i sei collegii dei gesuiti in Madrid. Si scassinarono le porte, si si assicurò dei chiostri, alle porte di ogni cella si collocò una guardia, si raccolsero tutti i religiosi nella sala del refettorio,ove venne loro intimato l’ordine regio della deportazione; si suggellarono tutti i loro efletti* meno quelli strettamente necessari, e si fecero immediatamente partire per Cartagcna. Tre giorni dopo si eseguirono le stesse misure contra le persone dei gesuiti nella stessa ora in tutti i punti del regno. Si presero mezzi sicuri perche non avessero a comunicare colle colonie spagnuolc, e s’imbarcarono nei differenti porti per lo stato ecclesiastico. Allora il ministro pubblicò la prammatica sanzione del re, data a Pardo il 2 aprile per l’espulsione dei gesuiti, la confiscazione