CRONOLOGIA STORICA animò i mussulmani, ma jprodusse una terza fazione. Gran jiarte della nazione si dichiarò pel principe Abdallah, solo capace di riparare ai mali di quella guerra. Si mormorò con-tra l’inerzia di Mohammed, e lo si pose al di sotto di suo padre, che,malgrado l’età sua, seppe ancora sfidare i pericoli. Le quali voci piccarono nell’ onore il giovine re, che colla speranza di riportar gloria osò tentare il conquisto di Lucena. Uscendo di Granata, si spezzò la sua lancia contra la volta della porta: ma questo spiacevole presagio non lo arrestò, e credette marciare a sicura vittoria. Don Diego di Cordova, governatore di Lucena, ebbe intanto il tempo di porsi in difesa e chieder soccorsi ai comandanti vicini. Mohammed, dopo aver dato il guasto a tutto il paese da lui percorso, giunse davanti la piazza, e minacciò il comandante di passare la sua guarnigione a ni di spada,ove non la cedesse. Finse don Diego voler capitolare, e tenne a bada sino a sera il suo amico, Ahraed ben Seradj, cui avea chiesto a plenipotenziario. Giunsero intanto i rinforzi che avea sollecitati. L’infanteria mussulmana, colta da panico timore, attraversò il fiume traendo seco 1 prigioni c il bottino. La cavalleria tenne forte, ma dovette cedere al numero. Il valoroso Alì-Attar, alcade di Loja, dopo aver fatto sorprendenti gesta, considerata 1’ età sua, cadde morto presso il re. Questo principe vedendosi solo in mezzo aijnemici, volea ritirarsi; e siccome il suo cavallo per esser carico di ferite non poteva più reggersi, si lasciò trascihare al passaggio del fiume, e si nascose fra gli arbusti e i rosai; ma inseguito e scoperto da tre cristiani, chiese la vita e si rese prigione. Fu condotto a Lucena e trattato coi riguardi dovuti ad un re sfortunato. La qual nuova immerse nel lutto Granata: il fiore dei cavalieri perirono, e tutte le famiglie più distinte ebbero a lamentar qualche perdita; ma il popolo incostante abbandonò il partito del giovine re vinto e prigioniero per darsi al partito di suo padre. Abu 1 Hacan Alì, sorpreso di quell’ inaspettato mutamento di fortuna, partì di Malaga, ritornò in Granata e rientrò nell’Alhamra senza ostacoli. La sultana Zoraya mandò ambasciatori con somme ragguardevoli al re di Castiglia per trattar della libertà del figlio. Questi, per consiglio della madre,offerì al monarca cristiano di essere suo perfetto vas-