ag4 CRONOLOGIA STORICA ria, cd ¡1 5 febbraio 1794 fy dal popolo sovrano sanzionata la costituzione ginevrina con 4^10 voti contra 200. L’agente francese; Soulavie, avea sostituito Chateauncuf residente dei Francesi sino dall’aprile 1792, ed era forse il più onesto di tutti quelli che dopo la rivoluzione avea Ginevra ricevuto nel suo seno. Il nuovo rappresentante dei repubblicani di Parigi era fermamente risoluto di vincere di mano in mano ciascuno degli ostacoli opposti al piano di unir Ginevra con Francia, e di giungervi coll’eccitare nuove insurrezioni. Una ne scoppiò nella notte del 18 al 19 luglio 1794, che era diretta contro il partito moderato. Vennero arrestati 858 cittadini; s’istituirono poi due tribunali rivoluzionar» a vicenda, che condannarono a morte 44 ''itti-ine, 28 delle quali in contumacia, e bentosto seguì la cou-iiscazioue dei loro beni. Molti Ginevrini si esiliarono volontariamente e cercarono un asilo in ¡svizzera. Tutta la repubblica fu immersa in lutto, lagrime e disperazione. Essa malediceva l’esempio e le odiose istigazioni degli stranieri, e l’impressione d’orrore da lei sentita comunicavasi all’intera Svizzera. Dopo la morte di Robespierre, si lasciò alquanto respirare questa piccola repubblica, e la convenzione nazionale con un decreto del 7 settembre 1794 promise di nulla permettere che potesse attentare all’indipendenza di Ginevra. Nel marzo 1795 si annullarono i giudizii rivoluzionarii dell’anno precedente. 11 direttorio,istituito a Parigi,nel novembre dell’anno stesso, accordò solenne udienza al ministro inviato dalla repubblica di Ginevra; e la sua bandiera fu collocata nella sala della convenzione a fianco di quella degli Stati-Uniti. Adet,che era succeduto qual residente francese a Soulavie, fu incaricato alla sua volta di protestare in faccia a Dio ed agli uomini, che la libertà e 1 indipendenza dei Ginevrini sarebbero per sempre rispettate. Fu Reynier, quarto residente,quegli che ricevette l’ordine di presentare a Ginevra la bandiera tricolore per essere appesa nel così detto Tempio delle Leggi, come un testimonio eterno dell’alleanza e dell’ amicizia inviolabile delle due repubbliche, con che ispirò qualche confidenza, e si nutrì di nuovo allora una qualche speranza.