DI PRUSSIA 217 Federico il suo popolo fosse retto con giustiziala peraltro egli commise ingiustizie, e quando se ne accorgeva non volea mai ritrattarsi. Sobrio ed economo, manteneva il maggior ordine nelle finanze; il lusso, il favore ed il raggiro non dominavano alla sua corte; non eranvi donne che disponessero dei posti e degli affari di stato; la mediocrità non avea molto a guadagnare presso uno spirito così penetrante, mentre il merito al contrario non rinveniva estima--torc migliore di Federico. E noto ch’egli onorò della sua amicizia Hertzbcrg, che trasse alla sua corte Voltaire, con cui si disgustò poscia,ma che peraltro continuò a stimare; che avea invitati a Berlino Maupertuis e molti altri dotti; che corrispondeva con D’Alembert; che volea giovare a Rousseau; e diede asilo ne’suoi stati a parecchi individui altrove perseguitati per ardite opinioni. Non ostante, prevenzioni 0 capricci lo resero sovente ingiusto verso il merito, e sotto il suo regno, anzi sotto i suoi occhi,languirono nell’indigenza scienziati, artisti e letterati distinti. Trattò quasi con disprezzo 1’ accademia di Berlino, e talvolta nei suoi concetti spinse l’ingiustizia sino alla grossolanità verso uomini istruiti. In materia religiosa mostrava la maggior tolleranza , opponendosi a quanto avea sembianza di persecuzione e fanatismo. Lasciò sussistere i gesuiti in Islesia perchè erano pacifici, e sotto un re così assoluto si astenevano dall’ immischiarsi nella politica. Proibì soltanto ai cattolici della provincia conquistata le cerimonie esteriori, come processioni, pellegrinaggiec.Pretendonoispoi nemici cheper irrisione egli collocasse il teatro d’opera tra la chiesa cattolica e il tempio luterano a Berlino, e creasse a canonico in Islesia l’abate dePrades: essi pur Io rimproverano amaramente per la libertà delle sue opinioni personali, e gli affibbiano persino il nome di re ateo. E certo essere stato Federico partigiano della religion naturale, e non aver adottata la rivelazione: lo provano i suoi scritti. Più riserbato peraltro egli era nei suoi discorsi ed atti pubblici. Asserisce Thiebault nelle sue Rimembranze di Berlino, che regnassero alla corte di Federico molte superstizioni e pregiudizi. Aveva il re fatto scavare in un luogo aperto dirimpetto al suo gabinetto di studio di Sans-Souci una tomba P/IIL* T. II. 14*