DEI MOKI 1)1 SPAGNA 333 gli rispose di non approvar' punto un trattato fatto a sua insaputa, e senza il suo intervento, e eli’ egli non avea altro arbitro che la spada tra i cristiani ed i Mussulmani. A tale risposta Othman sentì raddoppiarsi P odio contra P e-miro ; strinse vieppiù la sua alleanza con Eude, lo prevenne della burrasca che minacciavalo, e promise di non portare contro di lui le armi. Assicurato del tradimento di Othman, P emiro mandò tosto truppe a sorprenderlo in Puycerda, e gli lasciarono appena il tempo di uscirne colla sua famiglia, i suoi tesori, un piccol numero di genti, e di fuggire attraverso le roccie ed 1 precipizii. Othman, spossato dal calore e dalla fatica, riposavasi in una vallata presso una fontana in colla figlia del duca di Aquitania; e più inquieto per lei che non per la sua stessa vita, quel valent’ uomo tremava al solo mormorio dell’ acque, quando tutto ad un tratto si vide circondato dai soldati di Àbdel-rahman, che si erano posti ad inseguirlo. Senza speranza di sottrarsi, nè aver potuto trovare una caverna per involare ai loro sguardi la bella sua prigioniera, voleva,benché solo, difenderla colla sua spada, cd ebbe almeno la consolazione di spirare a’suoi piedi ferito da più colpi di lancia. La testa di Othman-ben Abou-Neza e sua moglie furono presentate all’emiro, che mandò la principessa merovingia a Damasco per ornare il serraglio del caiilfo. Eude, intesa la morte di Othman, si dispose alla guerra, fortificò le sue piazze, armò tutti i vassalli, e mandò a sollecitare soccorsi da ogni parte. Abdel-rahman entrò in Francia al principio dell’antio dell’egira n4 (alla primavera dell’ anno 732 di G. C.) alla testa del più bell’ esercito mussulmano che fosse comparso in occidente, e dopo una serie di combattimenti che furono per lui altrettante vittorie, traversò laGaronna,-saccheggio e devastò tutto il paese sino a Bordeaux, s’impadronì di quella città, facendone bruciare le chiese e trucidare una parte degli abitanti, c si recò sulle sponde della Dordogna a porre in rotta le truppe che vi avea raccolto il duca d’Aquitania. Eude, ingannato nel suo ultimo tentativo, corse a gettarsi nelle braccia di Carlo Martello, si riconciliò seco lui, ed implorò il suo soccorso. La sua fuga lasciò il Perigord,’ il Sainton-ge, l’Angoumesc ed il Poitou iu preda ai furori degli Ara-