266 CRONOLOGIA STORICA I contingenti forniti potevano formare un corpo di circa 5,ooo uomini, e tutti furono più a carico che non utili a Berna, con cui soltanto Solura e Friburgo aveano fatto causa comune; ma questi due cantoni erano appena in istato di disporre di 2,5oo uomini. Non sarà scostarsi molto dal vero il dire che Berna avea tutto al più 24,000 uomini da opporre ai due eserciti francesi. Mancavano pressoché tutti i mezzi di esecuzione,e specialmente quanto ai capi; eppure i sentimenti di virtù, di onore e di dignità nazionale avrebbero potuto ottenere prodigii da quest’armata svizzera, ove fosse stata secondata dalla ferma volontà del governo. Col mese di febbraio andava a spirare la tregua, e nel giorno 26 il generale d’Erlach,presentandosi egli stesso con 80 de’ suoi ufficiali che n’erano membri come lui al gran consiglio, era riuscito a fissare le irresoluzioni di quell’as-semblea. Gli venne ad unanime acclamazione conferito illimitato potere di porre in movimento la sua armata all’istante in cui finiva l’armistizio, o,se i Francesi^enissero a romperlo, di operare come giudicasse più conveniente. Nel 27 si fermò il piano di un attacco generale; venne dichiarato non accettabile Vultimatum di Brune,che pretendeva lo scioglimento del governo e il licenziamento dell’armata. Ciascuno e al campo e fuori si attendeva di vedere decisa la sorte della Svizzera da quella dell’armi. Ma nel giorno 28 giunse da Basilea una seconda deputazione ad offerire la mediazione del suo e di tre altri cantoni, ed in assenza degli ufficiali e del generale fu dal consiglio dopo violenti dibattimenti accettato con qualche restrizione ed a piccola maggiorità quest’ ultimatum di Brune, che per due volte erasi ricusato. Un decreto, che mostrava in quelli che lo aveano fatto una fidanza ben cicca, intimò al generale d’Erlach l’ordine di sospendere qualunque ostilità; e nel i.° marzo s’inviarono due deputati al generale in capo dell’ armata francese a presentargli l’abdicazione della re ’ , il suo annuimento alla finale creto con cui essa condannavasi da se medesima a subire un giogo straniero. Brune trattenne lunga pezza i deputati nei suoi avamposti,benché fossero stati annunciati da un corriere. L’ar- dissoluzione elvetica, e finalmente il de-