DEI MOKI DI SPAGNA 4*9 XIX." ABOU-BEKR IIESCHAM III AL-MOTADD-I5ILLAH. Anno dell’eg. 4-*7 (1026 di G. C.). Il roinorc della disfatta e della morte di Yahia sparse la costernazione in Cordova. I grandi si raccolsero, e, mercé il credito del vezir Djahwar e degli Al-Amcri, elessero per califfo Heschain, fratello maggiore di Abdel-raluuan IV. Questo principerà età di 56 anni, allora se ne viveva sotto la protezione di Abdallah ben Caccm al-Fehri, alcaide della fortezza di AI-bonte. Egli fu acclamato a Cordova sul finire di rabi I 4>7 (maggio 1026), sotto il titolo di Al-Motadd-billah coi meno equivoci trasporti di gioja. Tuttavolta Heschain, da uomo saggio e moderato, invece di inebbriarsi della sua elevazione al trono, ricusò di abbandonare il pacifico suo ritiro per darsi alle difficili e penose cure del regno. Agli inviati clic glie ne aveano recata la nuova rispose essere riconoscente alf affetto dei Cordovcsi per la sua persona e famiglia, ma non sentirsi disposto d’incaricarsi del peso del governo; nè accettò la corona se non con estrema ripugnanza e dopo alcuni giorni, per cedere alle istanze degli Al-Amcri. Tuttavolta conoscendo l’ingratitudine e l’incostanza del popolo, ritardò lungamente prima di recarsi alla capitale; ma per giustificarne la remora prese il comando dell’armata che guardava le frontiere,e fece con vario successo per tre anni la guerra ai Cristiani, i quali, profittando delle dissensioni dei Mussulmani, aveano guadagnato terreno tanto in Catalogna che dalla parte della Galizia e di Castiglia. Determinato finalmente da pressanti lettere del vezir Abou ’Ì-Ha?an-Djahwar,e per arrestare le intraprese degli ambiziosi vali dell'interno,e soddisfare il desiderio degli abitanti di Cordova, clic già mormoravano per non vedere il loro sovrano, fece il suo ingresso in quella città P8 d/.oulhadjah 4 20 (18 dcccmbrc 1029) in mez/.o ad immensa folla ed a gridi di gioia universale. Il suo carattere dolce, affabile , generoso, il suo zelo per la giustizia, gli cattivarono tutti i cuori, calmarono le inquietudini e ralnenarono i sediziosi. Egli visitava gli ospizii, i collegi, le scuole, gli indigenti, i malati: a questi ogni giorno mandava i propri suoi medici; c le sue