DEI MORI DI SPAGNA
nero sempre, respinte e fieramente vendicati’ «lai vali di Saragozza, Ilucsca, Alfraga e Tarragoua.
     Carico «Panni e di gloria, quel monarca riposavasi dalle cure del governo affidate a suo figlio Al-IIak<!m,chc tenc-vagli luogo di liadjeb. Passò gli ultimi anni del viver suo a Zahra, in mezzo ai suoi boschetti e giardini, conversando co’suoi amici, ed ascoltando gli scherzi di tre delle sue mogli, distinte per spirito e cognizioni. Il re e tutta la corte molto alloiia occupavansi di. poesia e di lettere. Nel palazzo di Cordova il principe Al-Hakein teneva una specie di accademia; un’altra era la casa del vezir Obcidallah ben-Yahia. Abdel-rahman egli stesso improvvisava versi col suo amico Abou Bekr-Ismacl ben-Bedr, uno dei suoi veziri.Sul finir de’suoi giorni si fece di umor maliconico, seuza per altro perder nulla dell’ordinaria sua affabilità; e morì la notte del mercoledì 3 ramadhan 35o (i5 o 16 ottobre 961) in età di 73 anni e 6 mesi,meno 3 giorni (secondo il calcolo degli Arabi ). Il suo corpo fu portato a Cordova due giorni dopo,accompagnato da immensa folla, che piangeva esclamando: Abbiamo perduto il padre, la spada dell’islamismo, lo spavento dei superbi, il protettore dei poveri e degli sfortunati.
    Abdel-rahman meritava di essere così compianto. Pochi monarchi furono più degni di lui del trono. Costretto a riconquistare il suo regno contra i cristiani ed i ribelli, lo repristinò quasi sui suoi limiti primitivi, lo resse con saggezza e fermezza pari, vi ricondusse l'abbondanza, la tranquillità, la felicità,e possedette il tanto raro segreto d'ispirare ad un tempo il timore, l’amore ed il rispetto. Aggiunse un nuovo regno ai suoi stati ereditarli; ma tale conquisto, ch-’è il solo atto ingiusto che possa rimproverargli la storia, fece meno onore alle sue armi che non torto alla sua riputazione. Nessuno dei principi merwanidi Io eguagliò in potere; nessuno portò sì oltre il fasto e la maestà del trono. La sua guardia , della più brillante tenuta, era composta di tre corpi, ciascuno di 4-o°o uomini; uno di schiavi a piedi,che guardavano l’interno del palazzo: i due altri di Andalusiani ed Africani a cavallo, comandati da principi della famiglia regia o dai cheikhi i più nobili delf’An-dalusia c di Tahert. Abdel-rahman protesse i dotti c let-