DI PRUSSIA ai9 Nessuno meglio di Federico conosceva il valore del tempo, e nessun sovrano fece mai una occupazione più de- f;na dei propri ozii. Non mai occupavano la sua attenzione e vane formalità delle corti; e tutto il tempo che gli rimaneva dopo l’amministrazione dello stato veniva da lui consacrato alle lettere od alla mugica. Ventitré volumi delle sue opere attestano la profondità de’suoi pensieri, la elevatezza de’suoi gusti, e lo spirito fecondo. E noto ch’egli scriveva sempre in francese, nè amava punto la sua lingua materna tedesca. Fu un gran fallo per parte sua non incoraggiare la letteratura nazionale, e rimaner sempre nelle letterarie sue occupazioni straniero ai proprii sudditi. Aver la mania di comporre versi francesi; e quantunque il suo stile difetti talvolta di correzione, sorprende rapporto ad uno straniero che della Francia non avea veduto che solo Strasburgo: tanto nella poetica quanto nella prosa, egli si mostra sempre pensatore profondo. Oltre l’Anti-Machiavello, una quantità di versi e la sua corrispondenza, egli lasciò la Storia del suo tempo, \a quale peraltro si limita entro il 1740 al 174^; la Storia della guerra settenne; le Memorie dopo la pace di Hubertsbourg, che giungono al-l’anno 1775; le Memorie della guerra del 1778; e finalmente le Memorie per servire alla casa di Brandeburgo. La Storia del suo tempo, composta nella sua giovinezza, non va scevra di prevenzioni e della parzialità naturale a quell’età, nè vi è sempre rispettata la stessa verità. Mol-to maggior merito, giudizio e giustizia apparisce nelle opere storiche dei suoi anni maturi. Peraltro si osserva parlar egli troppo poco della parte che s’ebbero i ministri negli ailari di stato, e che egli si attribuisce a spese loro quasi tutta la gloria delle negoziazioni fortunate. È ben vero non aver egli mai trattato i ministri se non come primi commessi, ma peraltro era stato abilmente secoiidato dagli Hertzberg ed altri uomini di stato. Quando gli si presenta occasione di parlar di suo padre, cui poco mancò di mandarlo a perire sovra un patibolo, egli si esprime col rispetto di figlio sommesso^ gli stessi riguardi osservava nella-conversazione. Non avendo Federico avuto figli dal matrimonio ch’egli contrasse il 12 giugno 1732 con Elisabetta Cristina, figlia di Ferdinando Alberto 11 duca di Brunswick-Wolfeu-