284 CRONOLOGIA STORICA L amio i 765 non amlù scevro di agitazioni violenti nella repubblica, ed i consigli ricorsero,come aveano fallo prima, alle potenze mediatrici. Il cavaliere di Beauteville, ambasciatore di Trancia nella Svizzera, dopo di avere ascoltato in un ai delegati di Berna e di Zurigo molto pazientemente i lagni dei cittadini e borghesi,clic si erano fatti rappresentare da 24 commissarii. e di aver a questi proposto un progetto di regolamento clic nel i5 dicembre venne assoggettato al consiglio generale, trovò se stesso e i ministri dei due cantoni alleati vivamente otTesi per essere stalo a gran maggioranza rigettato quel progetto. In una dichiaraziouc severa da lui nell’islesso giorno indiritta ai commissarii, testificò il suo disgusto parlando in nome del suo sovrano; si lagnò del passeggero delirio fomentato da alcuni spiriti turbolenti che aveano prodotto disordini nella città, e lilialmente del piano formato da parecchi citttadini di rovesciare il governo di Ginevra a malgrado la garanzia delle potenze mediatrici. Nel tempo stesso egli annunciò l'ordine ricevuto di interdire ai 24 commissarii. nonché a tutti i rappresentanti ginevrini, l’ingresso ed il commercio nel regno di Francia. La discordia continuò a regnare in Ginevra per tutto il corso de^li anni 1766 e 1767; ma utili riflessioni, e il timore dell anarchia prepararono raccomodamento seguito nel 1768, e sempre sotto gli auspicii della Francia, nonché de’due cantoni alleati. Nell'anno stesso fu dal consiglio generale sanzionato l'editto di pacificazione. A quest’epoca erasi esagerato a Parigi non la realtà, ma le conseguenze dei torbidi di Ginevra; credendosi clic questo piccolo stato fosse più di quello che lo era iufatto abbattuto dalle lotte giornaliere, però raramente sanguinose, che seguivano nelle sue mura. Al contrario, i Ginevrini si compiacevano sino ad un certo segno di quei moti che un gran sovrano d’Europa chiamava una bufera entro un bicchier d'acqua. Nell’aprile 1766 il consiglio permise di nuovo l'introduzione in città della commedia, per compiacere al desiderio dei plenipotenziarii di Francia e di Svizzera. Il concistoro vide di mal umore tali misure, e dichiarò la speranza che cessasse il permesso col cessare dello circostanze presenti.