DI MULIIAUSEN 3o7 i più ragguardevoli cittadini, ed a condizione di lasciarne il godimento perpetuo c gratuito al culto protestante della città. i1. Il cumulo delle altre proprietà e mobili e stabili venne venduto all’asta; nè si conservarono che alcune porzioni di boschi, il palazzo della comune, e parecchi altri pubblici edifìcii. Il prodotto di tutte le vendite, frutto della saggia economica amministrazione di oltre un secolo, e dedotte tutte le spese di liquidazione, anche di quelle che doveano trar seco le feste obbligate della incorporazione, montò a a5o franchi all’incirca per testa, figurando ciascuno per due parti i padri e le madri, e per una parte i cclibatarii e i fanciulli. Il io marzo ebbe luogo l’ultima adunanza del grande e del piccolo consiglio; e nel giorno i5 si celebrò la festa della riunione con tutte le cerimonie e i prestigi con cui a quell’epoca si circondavano i popoli, costretti a farsi francesi, per ispegnere le loro mormorazioni. Nel trattato di unione, che spogliava la Svizzera di un territorio ricco, popolato, e che apriva dal lato di Berna una frontiera ai Francesi, venne singolarmente convenuto e stipulato che Mulhausen avrebbe la facoltà di vendere tutti i suoi beni mobili ed immobili, e dividerne il prodotto tra i suoi abitanti, e che sino alla pace generale la città non verrebbe assoggettata a veruna requisizione militare, nè a passaggi di truppe, nè a coscrizione.