D’ ALEMAGNA 89 per conto di sua madre, nella qualità di regina di Boemia ed arciduchessa d’ Austria. L’elettore palatino richiamò dal canto suo a favore dei propri diritti una convenzione di Pavia, approvata dall’imperatore di Alemagna, una legge della bolla d’oro sull’indivisibilità del territorio delle case elettorali, e finalmente l’articolo del trattato di Westfalia riguardante la riversibi-lità dell’ elettorato di Baviera alla casa palatina. Anche l’elettore di Sassonia e il duca di Mecklentìourg-Schwerin esternarono diritti sovra una parte della successione di Carlo Teodoro. Una nota di Kaunitz in data 20 gennaio 1778 comunicò ufficialmente ai gabinetti di Europa la procedura di Giuseppe, che non era stata approvata da sua madre, benché questa vi abbia dato posteriormente il proprio assenso. Ma questa nota non ottenne P effetto che si attendeva. La Prussia, sostenuta dalla Francia e dalla Russia, si oppose alle misure dell’imperatore d’Alemagna; il duca di Due-Ponti, erede presuntivo dell’elettore palatino, depose una protestazione alla dieta germanica, c sul suo esempio lo stesso fece l’elettore di Sassonia. Si accusò Giuseppe di avere violata la capitolazione da lui giurata mantenere all’ epoca del suo esaltamento ; P imperatore fé mostra di non voler ascoltare che la voce della giustizia, e si mostrò disposto di sottoporre la quistione rapporto alla Baviera alla decisione della dieta dell’impero. Nel tempo stesso egli s’impegnò in una discussione scritta col re di Prussia, cui le parti lese aveano eletto ad arbitro. Mentre la dieta con lentezza prendeva cognizione dell’affare, si raccoglievano di già gli eserciti di Prussia ed Austria, il primo nella Slesia e il secondo in Boemia, e i due monarchi si recarono ciascuno al proprio quartier generale, continuando però sempre la loro corrispondenza. Giuseppe propose acconsentire alla riunione dei margraviati di Anspach e di Bareutli cogli stati prussiani,a condizione che Federico approvasse l’occupazione della Baviera e la rinuncia dell’elettore palatino alle sue pretensioni e diritti in favore dell’Austria. Ricusò Federico aderire alle proposizioni di Giuseppe e a quelle del ministro austriaco che fu inviato a Berlino per continuare le trattative. Egli indirizzò al gabinetto austriaco alcune rappresentanze espresse con grande mode- P.'in/T. IL 6 *