356 CRONOLOGIA STORICA culto cattolico indirizza una lettera fulminante all’ arcivescovo di Malines, sopra due lettere, 1’ una di monsignor Mazio, 1’ altra del medesimo arcivescovo, scritte al governo civile della provincia di Anversa, sopra ai decreti del 4 giugno 1825. La lettera del Mazio considerata era, come un diretto richiamo alla disobbedienza ed alla opposizione ai decreti di sua maestà, poiché vi si ricordavano le cose del 1787. É noto clic a tal epoca l’imperatore Giuseppe II istituì un seminario generale a Lovanio, ove tutti i vescovi de’ Paesi Bassi doveano spedire i loro cherici; è noto che fu vivamente combattuto dai prelati, alla cui autorità e diritti attentava chiaramente ; e quindi quel seminario affidato a professori i cui principi erano per lo meno equivoci, fu bentosto deserto, e Giuseppe II medesimo dovette decretarne la soppressione. I Belgi credeano vedere la cosa stessa, fra l’abborito seminario ed il nuovo collegio filosofico, e fosse perciò ragione o pregiudizio, P arcivescovo di Malines ed i vicarii capitolari delle altre diocesi furono della stessa opinione, e la sostennero vigorosamente. La lettera di M. Mazio fu presentata come contenente uu formale usurpo sopra i diritti dei vescovi del regno. « Sono i vescovi, diceva il direttor generale degli affari del culto cattolico, che stabiliti furono dallo Spirilo Santo per governare le loro chiese : voler che ivi intervenga anche il papa, è un rovesciamento di principii, una alienazione dei diritti di cui i vescovi non ponilo disporre, poiché dessi non ne hanno che il deposito e la amministrazione. Nel capo visibile della chiesa, risiede senza fallo la primazia di onore e di giurisdizione: ma questa prerogativa non gli accorda diritto di immischiarsi nella amministrazione delle diocesi degli altri vescovi. » Il direttore poscia, a nome del re, fa i più acerbi rimbrotti all’arcivescovo di Malines, per la data pubblicità alla lettera di M. Mazio: gli rimarca essersi desso allontanato dai confini del suo dovere, censurando egli stesso i decreti del re, come distruttori della religione cattolica romana, e rimproverando a sua maestà di aver mancato alle dichiarazioni e promesse, che fatto aveva a’ suoi sudditi cattolici romani. Finalmente la lettera del direttor generale conchiude, che verranno addottate misure contro l’arcivescovo, quand’egli persista nel sislc-