32 CRONOLOGIA STORICA La formazione dell’ addrizzo di risposta, produsse viva discussione in ambe le camere. L’opposizione attaccò fortemente i ministri sulla loro condotta rapporto agli affari di Napoli; la squadra britannica, che rimaneva in quel porto, mentre l’esercito austriaco marciava verso la capitale Iiotea far credere la Gran Bretagna fosse d’accordo col-’ Austria per assalire i Napolitani ; dicevasi che per non incorrere la vergogna di avervi parte, dovea il ministero britannico coglier quell’occasione per ridomandare all’Austria il rimborso de’sedici milioni di lire prestatele dall’Inghilterra. Questa proposta eccitò grave tumulto ; il ministro eluse ogni spiegazione nel proposito, ed espose la difficoltà di adottare un partito decisivo in mezzo a rivoluzioni le cui cause, filiazioni ed effetti poteano tornare diversissimi. Nella camera dei comuni, lord Castlereagh protestò la niu-na sua parte nell’esortazione fatta al re di Napoli di recarsi a Lubiana, come pure nelle risoluzioni delle tre grandi potenze raccolte in quel congresso; aggiunse nulla avervi di ostile nella renitenza del gabinetto britannico a riconoscere all’ improvviso e formalmente una rivoluzione operata in forma assai misteriosa; essere essa chiaramente l’opera di una setta, sparsa in altri paesi e imbevuta del progetto di formar dell’Italia uno stato individuo. 11 3i gennero, i ministri deposero nell’uffizio delle due camere, una circolare in data del 19, diretta agli agenti diplomatici della Gran Bretagna all’ estero rapporto alla neutralità eh’ era deciso il re di osservare. Canning, che sino dall’anno precedente avea annunciato uscire dal ministero attesa la sua opinione contraria al bill sulle pene e punizioni, fu sostituito nella presidenza dell’ uffizio del controllo,- da Brugge Bathurst. Gli uffizi delle due camere formicolavano di petizioni tutte chiedenti si repristinasse nella liturgia il nome della regina e le si restituissero tutti i suoi diritti e privilegi. Proposte fatte a tale oggetto e accompagnate da violente invettive coritra i ministri, vennero rigettate da trecentodieci voti contra duecentonove c da trecentoventi-quattro contra duecentotto. Giammai la camera dei comuni era stata più numerosa e giammai il ministero avea ottenuto più decisa maggioranza.