\jo CRONOLOGIA STORICA » Egli è inutile, disse Canuing, di ricercare le cause de’ mali che afliggoiio i paesi manufatturieri: i mezzi di scemarli, per altro stanno in nostro potere. Nelle vicinanze di quei cantoni trovasi incettato moltissimo grano; ponendolo in consumo, solleveremo il popolo. Pretendere in ciò fare si dimostri come una reai verità, che lo stato miserabile degli operai ed artisti derivi dalle leggi cereali, è ragionar malamente. Quanto poi al potere circospetto onde permettere l’importazione dei grani esteri, i ministri, anziché domandarlo, lo rifiuterebbero, se non vi fossero forzati dalle circostanze. In questo momento i mercuriali de’ mercati, mostrano che il prezzo dei grani tende all’aumento: è per altro ragionevole il credere che 1’ ammissione dei grani depositati arresterà questa tendenza di aumento, senza però farli ribassare. E un dovere nel governo il chiedere de’ poteri straordinarii, onde impedire che il prezzo dei grani non si elevi a segno, di aggravare la miseria degli artisti ed operai. » I bill si ammisero ad una grande maggioranza; ed, il 26 maggio, dopo vivissima discussione, furono addottati nella camera de’ pari. Gli imbarazzi sofferti nelle manifatture, e in quelle specialmente delle stoffe di seta, furono da taluni ritenuti derivare dalla nuova legislazione del 1824 sulla libertà del commercio; e petizioni.concepite su questa base,presentate vennero alla camera, perchè rivocasse od almeno modificasse l’atto del 1824, e proibisse totalmente le sete estere, 0 fissasse un dazio maggiore sulla loro importazione. Nella discussione prodotta da queste petizioni, i difensori delle nuove leggi rappresentarono, che la proibizione, anziché proteggere i manufatti, li sottoporrebbe necessariamente ad un confronto che manterrebbe il contrabbando. Tutto il male nei manufatti di seta ed altri, derivare dall’ essersene fabbricato oltre i bisogni del consumo. La proposta di esaminare quelle petizioni, rigettata venne da duecento-ventidue voti contro quaranta. 11 cancelliere dello scacchiere, nel r3 marzo, presentò il bilancio. Dal 1816, l’importare delle imposte abolite sommava a trenta milioni setteccntododiciinila lire: tutta-