DEI RE D’INGHILTERRA	149
<ii cui era latore, non per questo riportò meno l'approvazione al parlamento.
     La legislatura molto più del solito si applicò]all’esame dei bill particolari. Era tale il generai calore di formare compagnie in accomandita e tale la copia dei capitali da impiegarsi in progetti di miglioramenti locali, non che formare nuovi canali di interna comunicazione col mezzo di fiumi, canali, e strade di ferro, che si contarono quattro-centotrentotto petizioni prodotte al parlamento, ed emanarono duecentottanta leggi sovra oggetti diversi di interesse privato. La condotta dei comitati, a cui veniano rimessi quei bill, fu il soggetto di amare e ben fondate lagnanze. Parecchi membri della camera dei comuni nell’esercitare questa parte di loro funzioni, parvero dimenticar sovente che do-veano adempiere ad un pubblico carico; e votare per, e contra, un progetto, a seconda soltanto che esso conciliava od avversava il loro interesse privato o quello dei loro amici.
     Il 6 luglio, la sessione si chiuse mercè commissari^ Nel discorso pronunciato dal cancelliere, il re dopo aver ringraziato il parlamento per l’assiduità e lo zelo con cui erasi diportato nelle indagini relative all’Irlanda, testificava la propria soddisfazione, perchè lo stato di quel paese rendesse oramai inutili i poteri straordinarii di cui era stato rivestito il governo. Dalle potenze estere ricevevansi le più forti assicurazioni di disposizioni amichevoli e del desiderio di mantenere la pace generale. Lamentare il re la continuazione della guerra coi Brirmani e contare sul valore delle truppe britanniche, per porre un termine pronto alle ostilità. Mostrarsi soddisfatto delle misure adottate per estendere il commercio dei suoi sudditi, sopprimendo le inutili restrizioni ed incomode del sistema coloniale, nè poner dubbio non contribuissero .esse ad aumentare la prosperità generale.
     Dopo la sessione, gli spiriti timidi temevano che le agitazioni supposte spente in Irlanda, non ¡stessero per rinnovarsi. Disciolta, per recente, legge 1’ associamone cattolica, si riformò essa sopra novello piano, per sottrarsi all’applicazione di quell’atto legislativo accennato come anticostituzionale tirannico e distruttivo del diritto di petizione. Si teiinero assemblee in cui gli oratori, trasportati da zelo,