28 CRONOLOGIA STORICA denti poco importanti. L’avvocato generale terminò 11 sua discorso il 3o ottobre, e si annunciò il chiudimento dei di-battimenti, eh’ erano durati per quarantacinque sedute. Il 2 novembre, la camera dei pari si raccolse per la seconda lettura del bill. Parecchi pari, sull’esempio degli avvocati, richiamarono tutte le circostanze della causa, e ne dedussero l’opinione da essi esposta. Tra quelli che sostennero il bill, se ne notarono taluni che ordinariamente non votavano col ministero. Parecchi di quelli che combattevano il bill, non sembravano convinti dell’innocenza della regina; nè si mostravano contrarii, che sotto il rapporto dell’insufficienza delle prove di adulterio, e sotto quello delle convenienze morali e politiche. Lord Liverpool, primo ministro si distinse tra gli avversar» della regina pel modo luminoso con cui stabilì l’evidenza dei fatti e pel calore col quale si scagliò contra lo spirito di partito, che si dedicava alla causa della regina per ¡spaventare i pari chiamati a giudicarla. Lord Ellenborough, dichiarò di essere moralmente convinto del delitto della regina, e considerare la sua condotta come vile ed infame; non trovava pér altro che fossero stati provati i capi d’accusa con chiare, irresistibili ed incensurabili testimonianze rese necessarie dalla causa. Nello stato attuale dello spirito pubblico su tale proposito, stimò suo dovere di votar contra il bill; ma sperava che la camera non si separerebbe senza esprimere energicamente i suoi sentimenti e la sua opinione sulla condotta della regina dietro quella parte di testimonianze, che erasi potuto sospettare essere state dettate dalla malevolenza. Questi dibattimenti durarono sino al giorno 6: in questa seduta si ordinò la seconda lettura del bill, con centoven-titre voti contra novantacinque. Il 7, lord Dacre presentò una protesta della regina, che negando il carattere legale di un’inquisizione, in cui avea a giudici i propri accusatori, chiamava Dio in testimonio di sua innocenza. Dopo breve discussione si convenne di ricevere quella carta, non già come una protesta, ma come l’esposizione di ciò che desiderava la regina presentare a sua difesa. Quando deliberossi sulla terza lettura del bill, dopo leggiere mutazioni nella compilazione della prima parte, l’ar-