DELL’ IMPERO DI AUS TRIA 4$g due Sicilie; regime incompatibile colla sicurezza degli stati vicini e la conservazione della pace di Europa: che quindi, se un tale stato di cose non venisse spontaneamente abnegato da coloro die esercitavano i poteri a Napoli, sarebbe ricorso senza dubbio alla forza delle armi. Siccome perù questi ultimi non si curarono punto delle rappresentazioni loro indirizzate, e persistettero a voler mantenere il nuovo ordine di cose; così l’armata austriaca, destinata ad effettuare le risoluzioni decretate a Lubiana, ricevette ordine di passare il Po e recarsi sulle frontiere napoletane. I monarchi dichiarano nuli’altra essere la vista loro, se non la salute degli stati, al cui il governo furono chiamati, ed il riposo del mondo; che verun altro pensiero, verun altro interesse non prese parte alle dichiarazioni dei loro gabinetti; che voleano dessi rassicurare la tranquillità nel seno dei loro stati, i diritti dei troni, e la vera libertà e prosperità dei popoli. L’imperatore non attese la pubblicazione di questa dichiarazione per far marciare la sua armata. Nel 6 dello stesso mese, due divisioni aveano già passato il Po, e nel 7, un altro lo valicava presso Ferrara. Il dì 8, tutta l’armata era sulla destra di questo fiume, e, nel giorno stesso, la testa della prima colonna entrava in Bologna. L’armata aveva al suo seguito ricco convoglio di viveri, munizioni e materiali da guerra; ed i Napoletani, provveduti erano pure di tutto, tranneché di fucili. Nel i5, avendo il sommo pontefice mostrato il desiderio che la sua capitale fosse libera dal passaggio delle truppe, viene agli stessi ufficiali vietato di entrarvi, senza speciale permesso del generale in capo. Nel 18, la casa Rothschild spedisce ottanta quintali di argento monetato, destinato per l’armata austriaca di Italia. Tutta questa armata, nel i5ì va sopra Napoli, forte di sessantamila uomini: quarantamille ne restano, quale armata di riserva, nel veneto e nel lombardo. Nel 5 marzo, altre truppe si spediscono nell’Italia. Nel 19, scoppiano tumulti sediziosi in Alessandria fra la guarnigione piemontese, e l’imperatore ordina un armata di riserva composta da forti guarnigioni, che giungeranno dall’interno della monarchia. Nel 20, i ri-voluzionarii di Napoli, non essendo in grado di contrastare lungamente il terreno, e non essendovi nè saggezza nei loro consigli, nò coraggio nelle loro armate, dopo qualche fazio-