DEI RE D'INGHILTERRA >9 L’8, la camera dei pari elesse a membri del comitato secreto, l’arcivescovo di Cantorbery, il cancelliere, il presidente del consiglio, i duchi di Beaufort c di Northumber-lattd, i marchesi di Lansdowne e di Buckingliam, i conti di Liverpool, Donaughmore, Beauchamp c Lauderdale, i lord Sidmouth, Erskine e Bcdesdale, ed il vescovo di Londra. Presentavasi un’occasione di negoziare, ma i due partiti ripugnavano egualmente a fare il primo passo. Finalmente i giudiciarii consiglieri della regina, la decisero ad autorizzare Brougham di annunciare per iscritto a lord Liverpool, esser ella pronta a prender in esame qualunque componimento compatibile col suo onore e dignità. Rispose lord Liverpool che, il i5 aprile, egli avea rimesso a Brougham le proposte del re. Replicò la regina che sino a quel momento ella non le avea conosciute; eh’esse non erano in armonia con ciò ch’ella riguardava come conveniente al suo onore ed alla sua dignità; che per altro si affretterebbe a sottoporre i suoi desiderii all’autorità del parlamento, ma che base di ogni conciliazione dovea essere il riconoscere il suo grado e i suoi privilegii quale regina. Rispose lord Liverpool, che prima ai ogni altra cosa dovea adottarsi la condizione della residenza in paese straniero. Due altre lettere si scrissero, e finalmente si convenne si discuterebbe col mezzo d’arbitri il progetto di un componimento: pel re furono eletti il duca di Wellington e lord Castlereagh, e Brougham c Denham per conto della regina. In questo intervallo, le due camere aveano respettivamente prolungato l’aggior« namento delle loro sedute. Dal 15 al 19 giugno, gli arbitri tennero cinque conferenze. La regina acconsentiva di soggiornare fuori d’Inghilterra; ma acciò non si potesse trarre da tale condiscendenza veruna sfavorevole induzione al suo onore, chiese si repri-stinasse nella liturgia il suo nome. Questa pretensione fu rigettata dagli arbitri del re: i.° per essere stato convenuto da principio che il re nulla ritratterebbe; i.° perchè tale misura erasi presa indipendentemente dall’inquisizione istituita dinanzi il parlamento, e il capo della famiglia regia avere il diritto di ordinarla nell’esercizio della sua prerogativa. Sorse altra difficoltà sul diritto reclamato dalla regina, relativamente al suo ricevimento in tal qualità presso le cor-