DELL'IMPERO DI AUSTRIA 467 congresso di Verona, riguardo alla tratta dei negri. L’imperatore si dichiara disposto a concorrere con tutto il sua potere alla soppressione di quell’ infame commercio, a sostenere tutti gli spedicnti, che addottati fossero da tutte le potenze marittime per equipararlo e perseguitarlo come una pirateria, cd a vietar 1’ uso e la protezione della bandiera austriaca, a quelli tra suoi sudditi, che sotto un tale vessil- lo commerciassero di schiavi. Nel 3o giugno, sir Enrico Wellesley, nuovo ambasciatore d’ Inghilterra, giugne a Vienna. Dietro risoluzione del gabinetto, 12 luglio, ogni spedizione di qualunque scritto di letteratura e scienze, non potrà permettersi, se non in forza di autorizzazione ottenuta col mezzo di una legazione austriaca. Le opere introdotte senza permesso negli stati di questa monarchia, devono es-* sere respinte. Questa misura è applicata a tutti gli scrittori cd editori dell’ estero, che. volessero dedicare od indirizzar opere all’ imperatore. Nel 18 settembre, sua maestà recasi a Kzernowitz, nella Bucovina, per avere un colloquio col re di Russia. Questo colloquio avvenne infatti il primo successivo, in seguito a disposizioni prese fra due sovrani nel loro soggiorno ad Inspruk, nel Tirolo, dopo la chiusura del congresso di Verona, nel loro ritorno a Vienna. Oggetto unico era di conferire sugli allari della Turchia. Con tale occasione per altro i due monarchi si palesarono la loro soddisfazione pel felice risultato eh’ ebbe il sistema politico abbracciato da essi, pel cui mezzo mantenuto e consolidato aveano il riposo dell’Europa, dislruggendo per tutto lo spirito di commovimento e di ribellione. 29 decembre. Le commozioni, che agitato aveano l’Italia negli ultimi anni, non aveano mancato di diffondersi sul milanese, e parecchi furono ivi arrestati e processati per delitti politici: le circostanze per altro divenute erano meno allarmanti. L’imperatore ne profitta, onde soddisfare la clemenza che in grado eminente lo distingue: dà la libertà a coloro, contro cui non erano troppo gravi le accuse, e limita ad una temporaria detenzione la reclusione perpetua, a cui furono gli altri condannati. 1824, 23 marzo. Volendo dimostrare tutta la sua stima