4» CRONOLOGIA STORICA e doveri sono dalla legge fissali; la loro nomina, deve as~ soggettarsi all'approvazione della corona, e le relazioni col* la corte di Roma, devonsi assoggettare all’ispezione diretta del governo. Per nulla esser mutate le opinioni e la politica della chiesa romana. Nei paesi cattolici, venir i protestanti ammessi al potere senza risultarne veruno inconveniente non formando il proselitismo parte del dogma della lor chiesa. Al contrario se i cattolici potessero aver posto nel parla-mento della Gran Bretagna, ben presto si vedrebbe sorgere un nuovo spirito di partito che produrrebbe continui conflitti religiosi e le più disastrose conseguenze ». Opinò lord Erskine, si repristinassero i cattolici nel diritto ereditario, di cui erano stati ingiustamente spogliati, osservar facendo che lo spergiuro di Tito Oates e la falsità della congiura papista, erano stati da lunga pezza riconosciuti da tutti gli storici imparziali e da tutti gli uomini illuminati. Il cancelliere si oppose al bill con un calore e una veemenza poco comuni ; tacciò i bill dell’ ultima seduta sullo stesso argomento come una congerie di assurdità e si espresse con termini troppo liberi rapporto all’autore del bill attualmente in discussione. Lord Grcy, ammassò le prove storiche per mostrare la necessità di adottare il bill non essendo più le circostanze quelle stesse dei tempi di Carlo II. Lord Liverpool, citò pure gran numero di fatti con uno scopo opposto; osservò che se come aveano avanzato alcuni difensori del bill, quella misura escludeva la qui-stione generale, i primi a ripulsarla sarebbero i partigiani dell’emancipazione; che il bill nulla definiva, ma lasciava la quistione generale qual era per l’innanzi. Esso non portava alcun bene al corpo dei cattolici in massa e presentava una distinzione pochissimo giudiziosa tra i pari e quelli che non son tali. Lord Grenville sostenne che il privilegio di un pari facea parte della costituzione, nè gli potea essere tolto validamente da un atto fondato sopra immaginarie allegazioni; concluse che coll’adottare il bill la camera guadagnerebbe lutto giacché farebbe una cosa giusta. Aggiunse esser pronto a votare per la misura generale senza veruna restrizione.