DELL’ IMPERO DI AUSTRIA 457 ronays ambasciatore in Russia: per la Prussia, i ministri segretarii di stato conti di Capo-d1 Istria e Nesselrode, Pozzo di Borgo ambasciatore in Francia, Conte di Mocenigo ministro presso la corte di Sardegna, d’Oubril ministro presi-so il re delle due Sicilie, de Severin consigliere di stato, ed i generali principi de Wolkonski, Czernitcheff, Ospharowsky, ed il conte di Golowskin ministro di Russia a Vienna; per la Prussia, il principe di Hardenberg cancelliere di stato, ed il conte di Bernstoff ministro degli affari stranieri ; *per l’Inghilterra, Gordon incaricato provvisorio di affari alla corte di Vienna, lord Stewart ambasciatore a questa corte, ed il conte di Clanswilliam, che sono ancora attesi a Lubiana; per le due Sicilie il principe Ruffo ambasciatore a Vienna, il marchese di Ruffo segretario di stato, e il principe di Butera ciambellano del re; per la Sardegna il conte di Saint-Marsan ministro agli affari esteri, ed il conte Aglie ministro di Sardegna a Londra; per la Toscana, il principe Corsini ministro del Granduca; per Modena, il marchese di Molza ministro degli affari esteri. Anche la Spagna ed il Portogallo debbono avere i loro rappresentanti a questo congresso, e le conferenze non debbono principiare che dopo l’arrivo di tutti i ministri. Nel 27 gennaro, benché il mistero ricopra quanto avviene nel congresso, si giugne però a scoprire che l’Austria e la Russia non consentiranno mai a lasciare nel regno di Napoli la costituzione delle cortes, senza tuttavolta pretendere che ristabilito venga in quel regno il potere assoluto. Per tal guisa il re Ferdinando conservava tutta l’ampiezza di poter dare a’suoi popoli un governo rappresentativo ed una costituzione, nella quafe verrebbe consacrata la preminenza al principio monarchico. Essendosi presentate a sua maestà le diverse autorità della provincia, l’imperatore disse a’professoridel liceo. «Gli studenti della Carniola ebbero sempre fama di giovani tranquilli : è vostro obbligo di loro conservare tale reputazione. Tenetevi sempre alle antiche istituzioni, perchè queste son ottime: i nostri vecchi infatti se ne tennero soddisfi, perchè adunque non faremo noi altrettanto? Ora sono in voga le idee novelle; ma io non sarò per approvarle, nè approverolle giammai: guardatevene pur voi, e seguite ciò solo che è positivo, URntt'e io non ho tanto bisogno di sapienti, quanto di T.° VII." P.c 111/ ao ‘