DEÌ RE D’INGHILTERRA i63 al più alto grado eccitata da una catena di lettere che comparvero in un giornale eddomadario di Edimburgo, tutte contro la proposta misura. Lo stile con cui erano scritte produsse sin dalle prime una impressione profonda, che doppiamente si accrebbe quando se ne seppe autore Walter Scott. Desse non mostravano già estese cognizioni sulla economia politica, ma contenevano opinioni così giuste e dettate senza fanatismo, e molcevano tanto i nazionali pregiudizii,che il loro effetto divenne prodigioso. Le celie di Walter-Scott dichiarate furono incendiarie da taluni membri della camera dei comuni, che in sul grave affermarono avrebbero pochi anni avanti tirato addosso all’autore un giusto gastigo. Il cancelliere dello scacchiere si tenne pure obbligato di parlare sul proposito di un apostrofe dell’autore contro la riunione delle dogane in Inghilterra e di Scozia, sotto una sola amministrazione. Questo ministro però nel difendere una tale misura, come quella che scemò gli aggrarii della Scozia ed il numero degli ufficii, usò parole così eloquenti e adulatrici sulla Scozia ed i grandi di uomini che vide nascere, che troppo sembrarono pompose per l’oggetto in quistione. Il bill che autorizzare doveva le banche particolari a comporsi di numero indeterminato di azionisti, venne, il 17 marzo, presentato da lord Liverpool alla camera dei pari. Il conte di Lauderdale e lord Ellenboroug si opposero al bill, che però venne addottato. Uno de’ suoi articoli, concedeva alla banca di Inghilterra di erigerne delle filiali nelle altre provincie. Mentre il governo intento era così delle due principali misure, che promettevano una sicurezza novella per l’avvenire al commercio, conosceva ben anche l’attuale suo imbarazzo. I lavori manufatti languivano; nella città di Londra specialmente la mancanza di danaro, 0 meglio di fiducia, arrestava interamente il traffico. Nel parlamento eransi fortemente biasimate le espressioni, dettate nel carteggio tra la tesoreria e la banca, che « il tcrror panico era svanito, e pressoché ristabilita la fiducia». In tutte le sedute lo si rinfacciava al ministero, quasi a prova della più grande ignoranza, non solo di ciò che accadeva nel regno, ma persino nella stessa metropoli.¿Quando incominciò la se«