DEI RE D’INGHILTERRA. i7i ■volta ¡1 consumo del più degli oggetti soggetti a dazio si era per tal guisa accresciuto, da dissipare ogni timore, che taluni aveano o fingeano, sullo stato del regno. Il ministro espose poscia che, nel 5 gennaro 1823, il debito consolidato ammontava a setteccntonovantasei milioni cinquecento ventinovemila lire ^ e, nel 5 gennaro 1826, «’ era ristretto a settecentosettantadue milioni centoventot-toraila lire. Nel 5 gennaro 1823, il debito non consolidato, era di trentasei milioni duecentottantaunuiila lire; e, nel 5 gennaro 1826, non era che di 31,703,000 lire. L’interesse del debito non era che di 38,9^.6,000 lire; e le spese di ricupero erano scemate di 5-u,ooo lire. Il totale delle spese pel 1826, esser doveva di cinquan-tasei milioni treccntoventottomila quattrocentoventuna lire; e le esazioni di 57,043,000. La speranza ben fondata di quell’eccedenza nelle esazioni, era appoggiata sul prodotto delle imposte negli anni meno favorevoli. Richiamando in appresso l’attenzione della camera, sulle ultime operazioni tra il governo e la banca, il ministro convenne fosse op- Eiortuno di scemare la somma delle anticipazioni fatte dalla >anca al governo, e di restringere il debito incerto o non fondato. Questa proposta, dai più accolta con evidenti segni di soddisfacimento, venne tuttavolta vivamente combattuta, e ne’ suoi principi e nelle sue parti, da Maberly ed Hume: per altro le risoluzioni proposte da questi due membri furono rigettate. Il 4 magg'<>, gli stessi oggetti c quanto era relativo alla situazione ed amministrazione delle finanze, furono nuovamente presentati alla camera da Hume, che fece formale mozione di esaminare lo stato della nazione, allegando che seguivasi un metodo stravagante, e che sostenevasi una massa di imposte fuori di ogni proporzione colle fortune di verun popolo. Questa proposta era preceduta da una catena di quarantacinque risoluzioni, abbraccianti pressoché tutti i punti relativi alle finanze, ed offerenti una moltitudine di circostanze minuziosissime. Tra le altre cose, Huine richiedeva che si restringessero le spese diplomatiche: gli sembravano eccessive, e riteneva inutile il mantenere dei ministri nc’ piccoli stati.