DEI liE D’INGHILTERRA ir elezioni; chiese, che la camera si occupasse di quell’oggetto importante, per prendere una risoluzione che fosse conforme all’onore e alla dignità della corona, all’ interesse del popolo ed al mantenimento della costituzione. Canning combattè la proposta, come incostituzionale, e sovrattutto come ingiuriosa alla dignità del trono. Osservò egli essere stato precedentemente comunicato al parlamento l’impiego delle somme di cui era parola ; e che quanto al futuro una delle clausule del nuovo regolamento, portava che dovea ogni uso di que’ fondi naturalmente sottoporsi ad ogni tornata alla camera dopo fatto; di guisa che la sua opinione non diferiva in ciò da quella di Brougham se non in questo solo che 1’ impiego di que’ fondi dovesse essere preliminarmente discusso nella camera ed effettuato dietro il voto del parlamento, invecechè sotto posto al parlamento non dopo essere stato disposto » 1 ministri, aggiunse Canning, non son già disposti a proporre l’ abolizione di un uso quasi immemorabile, senza aver una prova ben evidente, essere la sua esistenza incompatibile colla nostra costituzione. Il grande argomento per discostarsene in tale occasione, è che debbasi riformare la monarchia e cancellare ogni vestigio delle costumanze feudali. Certamente possiamo erigere qualche nuova istituzione degna di alto encomio ; ma mi ripugna di veder cancellata ogni traccia di antichità nella costituzione britannica. Nulla più facile che formare un sistema chiarissimo in teorica, un sistema che, spogliando il re e i suoi ministri d’ ogni parti-colar dignità, li rendesse quanto al lor carattere e forma, ciò che essi sono realmente, semplici funzionari del popolo. Ma si troverebbe ben presto che il loro solario è troppa forte. Intempestiva ed inutile essere la mozione nessuna nuova domanda essersi fatta, nessun nuovo carico proposto. Chiedo direttamente 1’ ordine del giorno » E questo venne adottato con duecentosettantatre voti contra centocinquantacinque. Il 9 maggio, si lessero nella camera dei comuni due petizioni, una della camera di commercio di Edimburgo ed altra di moltissimi dei principali negozianti di Londra. Do* mandavano tutte due si desse più libertà al commercio esterno liberandolo da parecchi inciampi che lo infastidivano. Indicò Baring le varie ristrizioni che nuocevano allo svilup-