— 231 — et sia passata anco gran parte di noi stessi, non è però passato nella República, che sempre è la medesima, quel desiderio ardentissimo di farle cosa grata, et quella pienezza di affetto col quale ha amato et osservato la Maestà Sua sempre, et sempre è stata desiderosa della sua vita et della sua felicità. Che se la Maestà Sua ha in tutte le occasioni honorato la República, lo ha fatto perchè ha in tutti i tempi conservato affetione verso di lei ; et che siccome la Serenità Vostra le corrisponde in ogni parte con gran candidezza di animo, così vorrei io esser stato tale, che havessi potuto esprimere abbastanza il conoscimento de 1’ obbligo, et i segni della gratitudine ; ma che le portavo bene occasione da poter comprobare al presente con effetti della sua gran giustitia, quello che mi diceva di haver fatto sempre con parole di gran cortesia. Che però, prima che entrar in altro, per eseguire il primo capo della commissione mia, mi rallegravo in nome della Serenità Vostra di quella perfetta salute nella quale, per gratia del. S.r Dio, io la ritrovavo, et la rendevo certissima che tutta la Ser.ma República le desidera ogni maggior prosperità et contentezza. Nè rispondendomi Sua M.tà alcuna cosa, tutto che havessi fatto intiero punto a questa parte del complimento, entrai nel negotio, et presentate le lettere credentiali, feci una breve espositione del-l’ottimo trattamento che ricevono i sudditi della Maestà Sua nei Stati della Ser.tà Vostra ; della gravità degli eccessi all’incontro commessi da corsari inglesi; dell’ importancia di danni ricevuti dai sudditi vene-tiani da alcuni anni in qua ; et di quanto sia a cuore