allo Stato. Possedere cosa vietata ha.per molti un’attrattiva, che la coscienza del pericolo rende più irresistibile.
   Il	Ceremoniale non ci dà ragguaglio veruno sulle perdite che gli Archivi patirono in circostanza siffatta ; ma è ragionevole il credere che moltissime carte diplomatiche fossero allora distrutte. Da un Memorandum che trovasi nella filza num. IX del Notatorio del Con- , siglio de’ Dieci apparisce che i riassunti dei dispacci di Spagna erano riposti in un armadio della sala del Collegio che fu distrutta (1), e si può quindi concludere che molti documenti di questo genere, e particolarmente le lettere dall’ Inghilterra degli ambasciatori e dei secretarì veneziani dal 1497 al 1554, corressero la medesima sorte.
   Durante questo periodo di tempo, i diplomatici inviati in Inghilterra erano scelti fra i più riguardevoli uomini di Stato della República, ma non ci fu conservata alcuna memoria de’ lor dispacci, tranne i sommari che leggonsi nel Sanuto , e quelle copie od estratti che vennero a
    (1)	« Nel principio del Rubricarlo delle lettere venute dalla » corte di Spagna, scritto di mano di Mess. Simon Lando secre-» tario, si legge la nota seguente : il qual rubricario è nell’ ar-» maruolo esistente nell’ Illustrissimo Collegio.
» 1572, 2 Decembrio.
» Arrivo alla corte dell’ Ambassator Priuli a’ 27 di Novembre.
                   » Alvise Augustini Secretario ».
    1574, Notatorio Cons. X, Capi, Filza num. IX.
   Da questo passo del Notatorio si rileva che i Rubrican si conservavano in un armadio (amiamolo) che era nella sala del Collegio. Ora, l’incendio del 1574 distrusse la sala dei Pregadi et quella del Collegio con V anticamera et antisala appresso (Ceremonsopraccitato). È dunque ragionevole il supporre che in quell’incendio fossero inceneriti anche i Rubricar! più antichi, che si conservavano appunto nella sala del Collegio,