— 114 — prevenisse un disordine, il quale doveva avere necessariamente il pernicioso risultamento o di chiuder le labbra degli oratori, o di divolgare nel publico quanto dovea tenersi secreto. Fu questo probabilmente 1’ ultimo tentativo di richiamare 1’ attenzione del potere esecutivo su questa eterna querela. Nè molto tempo passò che alcune Relazioni si videro publicate ancor per le stampe. La prima publicazione di Relazioni si fece nel 1589 a Colonia (1), e conteneva molte Relazioni di veneti ambasciatori, le quali, quantunque molto scorrette, furono tanto ammirate, che se ne fecero in dieci anni parecchie edizioni. Seguirono nel secolo appresso le Lettere di Bulìfon, i Tesori della corte dì Roma, e molte opere sim.ili che tutte contenevano Relazioni veneziane. Delle quali , la prima che fosse voltata in inglese, è quella di Roma, scritta da Angelo Correr e publicata da Giovanni Bultell a Londra nel 1668. Molte Relazioni videro, in tempi a noi più vicini, disgiuntamente la luce. In Inghilterra, a mo’ d’esempio, a spese del Conte Giorgio di Macartney, furono impressi pochi esemplari in quarto della Relazione sulla corte d’ Eduardo VI (2). Nel 1827 il cavaliere Enrico * Ellis publicò tradotto un Compendio della Relazione d’Inghilterra scritta nel 1559 da Giovanni Michiel (3). Nel 1847 il fu Giovanni Holmes, Direttore F. S. A. del Museo Britannico, diede il più utile resoconto sulle (1) Cicogna, Saggio di Bibliografia, veneziana, face. 168. (2) Prefaz. della Relazione tradotta da Miss Sneyd, face. IX (Londra, 1847). (3) Letters, Seconda Serie, voi. II, faec. 218.