— 107 — è il linguaggio di tutti i documenti degli Archivi, salvo rare eccezioni, sino alla fine del secolo XV, senza eccettuar le missive della Republica a’suoi ambascia-tori ; ma dai pochi dispacci d’ una data anteriore che Ci rimangono, noi possiamo conchiudere che gli ambasciatori cominciarono a rispondere in italiano verso il 1470. Conservasi nella Marciana una filza di lettere degli ambasciatori Contarini e Priuli spediti in Ungheria nel 1479, che sono scritte in latino ; ma nella stessa Marciana sono scritte in italiano le lettere di Zaccaria Barbaro, spedite da Napoli fra il 1471 e il 1473. Nelle Deliberazioni del Senato vediamo che la Republica scriveva ancora in latino all’ ambasciatore in Francia Girolamo Zorzi, il 6 Gennajo 1488; ma, il 9 Ottobre 1492, due missive indirizzate dalla Republica, 1’ una al capitano delle galere- di Fiandra, 1’ altra al console di Venezia in Londra, sono, scritte tutte e due in italiano, quantunque il decreto di scriverle sia registrato in latino. In Febbrajo 1496 la Republica scrisse in latino a Francesco Cappello ambasciatore in Ispagna, partecipandogli il suo consenso ad ammettere Enrico VII nella Santa Lega ; ma, il 29 Marzo seguente, una missiva ducale intorno all’argomento medesimo, diretta ai negoziatori della Signoria in Londra Contarmi e Valaresso, è scritta in lingua italiana. Questa lingua servì poi alle corrispondenze ufficiali cogli agenti diplomatici, quantunque la commissione data a dì 12 Giugno 1497 all’ambasciatore Andrea Trevisan, che recavasi in Inghilterra, sia scritta in latino. A Burgos, nel Maggio 1524, 1’ ambasciatore Gasparo Contarini presentò a Carlo V una lettera latina della Signoria, per cui l’imperatore