— 168 — dall’ una all’ altra parte, ma i capitani colle loro truppe abbandonavano il generale, e i gregari disertavano la bandiera del capitano, non credendo di commettere un tradimento, più di quel che lo creda uno staffiere moderno, il quale lascia il suo padrone per un salario migliore. I più eminenti di questi capitani di libere bande o Condottieri, si levarono da sè all’ importanza di principi sovrani. Mantenevano intorno a sè uno stato maggiore d’ uffiziali e di secretar! latini per tenere la loro corrispondenza, ed i più erano tanto compiti quanto un cavaliere qualunque del loro tempo. Alcuni erano di patria Italiani, ma quasi tutti i paesi d’Europa aveano fra essi i loro rappresentanti. In questo gruppo una figura eminente è sir John Hawkwood, il quale passò per la prima volta le Alpi nel 1361, e nel suo primo fatto d’ armi in quelle provincie imprigionò il Conte Verde di Savoja a Ciriè, piccola città del Piemonte, a settentrione di Torino. Era egli un piccolo proprietario di terre della contea di Essex, nato vassallo di John di Vere, settimo conte d’ Oxford, col quale par che abbia fatto la sua prima campagna in Francia nel 1343. L’ingegno e l’ardimento procacciarono presto de’ partigiani a lui stesso, ed egli ottenne rapidamente fra i suoi contemporanei fama di buon generale, cbe gli viene conceduta eziandio dagli storici italiani dei nostri giorni. Gregorio XI nel 1376 gli concesse i due castelli di Cotignola e di Bagnacavallo presso a Faenza, primo esempio d’un feudo sovrano concesso da un principe italiano ad uno straniero; e, sebbene questi alienasse nel 1381 tali feudi, anche oggidì il viaggiatore trova nelle lor vicinanze una