— Ili — notarsi sull’ indole loro e sul loro temperaménto, scendendo perfino a descriverne la persona e, non ch’altro, l’abbigliamento. Questa Relazione ascoltatasi con attenzione critica, e perciò, in generale, si componeva con molto studio. Non era propriamente un racconto di fatti storici, ma brevi informazioni raccolte dagli scrittori e memorie d’osservazioni già fatte. Siccome la legge, non sempse del resto osservata in pratica, ordinava che nessun inviato dovesse rimanere più di due anni nella medesima ambasceria, una serie seguita àx*Relazioni rappresenta i successivi cangiamenti nelle maniere, nel carattere e nell’ aspetto degli stessi uomini dalla gioventù alla vecchiaja ; il che somministra un utile freno allo storico moderno che suole formarsi un concetto d’ ogni personaggio del gran dramma dal modo-con cui il personaggio medesimo si presenta a qualche dato periodo, e dimenticare praticamente eh’ egli fosse mai stato diverso, o che in diversa luce apparisse ai propri contemporanei. Ora non è facile richiamarsi al pensiero che Maria Stuarda non fu già sempre giovane e bella, che Elisabetta non maneggiò sempre il bastone del comando come a Tilbury Fort, che Enrico Vili non sempre fu corpulento e crudele. Quando le Relazioni eransi lette, si potrebbe credere che fossero tutte deposté nella Secreta, ma dall’ Indice del Negri, compilato nel 1669, sappiamo che il numero di quelle che ivi si conservavano era a quel tempo assai scarso; mentre il numero di quelle che si ritrovarono altrove è molto considerabile. Avevano esse svegliato assai presto la publica curiosità. L’inviato della Signoria era sempre assai rispettato alla corte in cui risedeva.