— 207 — qualunque modo contento. Ma che diremo, se ci vien » novità, haveva inteso l’esser nostro in Londra, et che gli ha-» veva adimandato se innanti il partir nostro havressimo veduta » la-. Corte : che lui gli rispose che siccome mi pregava a farlo, » scoprendossi lui meco che S. M.tà mi trarebbe un moto del » desiderio che la ha di esser favorita dalla Illust.ma Sig.ri» » d’un suo rapresentante, et che essendo questo di poco disturbo » anci di molto commodo alla Sig.ria et molto a S. M.tà, non » dovrebs interporsi tanta difficoltà a satisfarla : m’assicurava » anco, che non vi saria in Corte persona che più potesse et » che più fosse stimata della sua, havendone più volte havuto » raggionamento con S. M.tà di ciò. Et questo officio più et più » volte fece meco, et stimo io, anci securamente, con intelli-» genza della Seren.ma Regina, con la quale pratica et ragio-» na molto stretamente et familiarmente. » Io gli risposi che non sarei mancato di quello ufficio de-» bito che conoscevo convenirmi, et che innanti il partir mio » io havrei veduto S. M.& et la Corte molto volentieri ; ma » essendo io persona privata et non publica, havrei havuto caro »che S. M.tìl non mi havesse raggionato de ragioni aspet-» tanti alle cose publiche, che non gli havessi possuto risolu-» tamente rispondere ; acciochè non fusse concepita da S. M.tà . » qualche mala opinione o di me o d’altri, che mi sarebbe » grandemente dispiaciuto, mostrando in fine che m’era caro » vederla simplicemente, senza impedirmi in negotio non aspet-» tante a me; et questo volsi dire, perchè conoscevo che que-» sto Dottore era liuomo de redriciar il negotio a modo suo, » et secondo il desiderio mio, come fece poi, che, volendo vedere » S. M.tà, m’assicurò che la non me ne faria moto alcuno. « Hora X giorni innanti la partita mia con l’introdutione » di questo Eccellente me n’ andai in Corte et visitai il Sig.r » Conte di Lester Presidente del Cons.o di Stado et molto » principale favorito della Regina (a). Similmente il Sig.r (a) Benché il Conte di Leicester fosse molto principale favorito della Regina, ciò non toglieva che Elisabetta mandasse, in questo medesimo, anno 1578, al Duca d’Angiò (al quale l’anno appresso diresse