* — 88 — Chiodo (1), conservato tuttodì ai Frari col titolo : Piano sistematico per la distribuzione e collocazione di tutti -gli Archivi ecc. (2). il) Al Chiodo è principalmente dovuta la preservazione dei veneti Archivi da novelli infortuni. Quand’egli succedeva al' Marin erano tuttavia sparpagliati e divisi in parecchi più o meno adatti locali, posti anche a non brevi distanze tra loro: lo che, mentre rendeva la custodia assai malagevole, toglieva og-ni possibilità ad un più ragionevole ordinamento. Benché presago delle difficoltà che gli si sarebbero mosse da chi oppone ogni spesa, e crede ben servire i nuovi governi distruggendo le memorie dei vecchi, calmo ma risoluto, ne propone-neva la concentrazione nel chiostro vastissimo di S. Maria. Gloriosa dei Frari, dove anche attualmente hanno sede. La lotta fu lunga e accanita, ma ne uscì vincitore a merito della sua perseveranza e del favore dell’imperatore Francesco 1, che lo teneva in grandissima stima. A lui dunque deve il governo la conservazione di uno dei più preziosi Archivi del mondo, e lui ringraziar debbono gli studiosi di ogni nazione, se loro è conceduto giovarsi dei tesori che vi si custodiscono. E noi, suoi successori, non possiamo senza nota d’ingratitudine non confessare, che 1’ ordine da lui introdottovi, e le note e le guide dalla sua instancabile operosità lasciate, sono il miglior filo che tuttavia ci ajuti ad uscire incolumi da quell’intricatissimo labirinto (Nota del conte Girolamo Dandolo). (2) Di qui furono desunte, sotto gli auspici del ministro francese della publica istruzione, alcune interessanti notizie sugli Archivi veneziani e specialmente sui libri dei Patti e dei Commemoriali, dal valoroso ed erudito storico di Cipro, il cavaliere di Mas-Latrie. Una terza relazione sugli archivi, scritta dal conte Agostino Sagredo, fu publicata dall’ Archivio Storico publicato a Firenze. 11 sig. Armando Baschet, noto per la sua opera meritamente popolare : I Principi dell' Europa nel secolo XVI, publicò un importante ragguaglio sugli Archivi veneziani nel 1857. Ultimamente nella bell’opera del cavaliere Alfredo Reumont sulla Diplomazia Italiana, il lettore