— 47 — Domenica, ed eleggeva gli ufficiali che dovevano sostenere i carichi più rilevanti. E nulla prova la forza del potere secreto governativo nella costituzione veneta, quanto il fatto che esso potere poteva sostenersi senza 1’ appoggio che viene dalla distribuzione dei posti. Ne’ primi tempi, quando il Maggior Consiglio era la sola assemblea deliberativa, il Doge e il Minor Consiglio (composto prima di due, poi di sei consiglieri, eletti dai sei sestieri della città) costituivano il potere esecutivo della República. Se non che, moltiplicandosi di anno in anno gli affari, il Maggior Consiglio, appunto per il suo numero, divenne, come stromento di governo, men maneggevole, e si instituí il Senato o Pregadi, nuova assemblea che fu così nominata, perchè da principio i suoi membri, scelti dal doge a suo beneplacito, venivano pregati ad assisterlo nella discussione dei pu-blici affari (1). In seguito, il numero dei senatori fu dif-finitivamente determinato a trecento, centoventi de’quali erano scelti dal Maggior Consiglio, e gli altri sedevano nel Senato in virtù delle cariche che esercitavano nello Stato (2). (1) Dizionario del dialetto veneziano Ai Giuseppe Boekio. (2) È vero che circa 300 patrizi avevano accesso al Senato, benché soli 60 fossero gli eletti di Pregadi ed altrettanti quelli della Zonta, ma non tutti però vi avevano voce deliberativa. Oltre i 120 del Pregadi e della Zonta, avevano voce deliberativa il Doge, i membri della Quarantia criminale, e, sa anche non avessero appartenuto ai 120 ( lo che per altro era difficile), i consiglieri del doge, i membri del Consiglio dei X, i procuratori di S. Marco, gli Avvogadori di comune e gli ufficiali così detti alle Rason vecchie. Ora tutti questi, sommati insieme, darebbero tutto al più il numero di altri