— 216 — confermasse qualche altra testimonianza ; ma nel 1727 Geremia Markland publicò un poema; da lui chiamato Pteryplegìa o VArte di colpire a volo, e nella Prefazione afferma « essere cosi raro a un cacciatore francese » fallire al volo un uccello, quanto a un inglese 1’ ucci-» derlo. » Al maggior numero dei lettori la principale attrattiva dei documenti originali è riposta forse nel rappresentare che fanno gli attori in tutta la realtà della vita, e non quasi fantocci che danzino davanti al lettore nella plausibile e misurata narrazione dello storico. Da questo lato i documenti veneziani sono cospicui per il merito e per la verità d’ una descrizione evidente. I carteggi degli ambasciatori spirano una fiducia nella simpatia del lettore, che veramente è rara anche nelle carte di Stato più antiche. Vi si scorge una sollecitudine di riferire ogni parola, proprio come fu detta ; di descrivere uomini e cose, proprio come si videro : quasi per mettere la Signoria in condizione di argomentare da sè, facendo riscontro alle inferenze dello scrittore colle relazioni proprie di lui. In così grande ricchezza è difficile scegliere un esempio qualunque, che illustri le precedenti osservazioni : ma tuttavolta per darne alcun dei più antichi, » L’Amb.i' rispose : haver goduto assai di questa caccia, » che il gusto è 1’ ammazzar et anco mangiar li uccelli. » Che questa volta è andato per imparar il patire, et ri-» tornandovi col freddo crescerà co ’1 piacere anco il patimento. » Et aggionse parergli bella cosa lo ammazzar, li uccelli » in aria, usanza a lui molto nova, perchè non è stata an- » cora portata in Inghilterra.....» Esposizioni Principi, Roma, 7 Decembre, 1606.