— 129 — per ispiegare l’irregolarità con la quale si spedirono ambasciatori in Inghilterra, negli ultimi tempi del regno di Enrico Vili. Questa annotazione ajuta singolarmente ad intendere il sistema di Venezia, e la condizione del-l’Inghilterra durante il passaggio dall’ antica fede alla fede riformata. Nel 1535 1’ accorta Republica non volle mantenere piti a lungo un ambasciatore alla corte d’ un principe, che era colla Santa Sede in aperta rottura ; e molto meno offendere un monarca così facile all’ ira e così potente, coni’ era Enrico Vili. Carlo Cappello ebbe ordine di ritornare a Venezia urgentissimi suoi bisogni 'particolari (1), lasciando a Londra il suo secretario per ispedire gli affari dell’ambasciata. Nel 1541 venne proposto in Senato d’inviare l’ambasciatore consueto ; ma, per convenienti rispetti (2), non fu vinto il partito. Nel 1546 Enrico Vili, che a quando a quando erasi posto colla Signoria in relazione col mezzo del proprio ambasciatore a Venezia o del secretario veneto a Londra, insisteva per avere 1’ onore d’ un’ ambasciata ; ma non fu necessario rispondere a tale domanda, per la morte sopravvenuta del re. Tre ambasciatori di seguito furono inviati ad Edoardo VI. Quando Maria salì al trono, ogni scrupolo d’ortodossia era levato, ma 1’ ambasciatore So-ranzo, maneggiandosi per impedire il matrimonio di Filippo e di Maria, disgustò Carlo V di modo, che fu necessità richiamarlo. Il suo successore Michiel durò fino al 1557, quando Venezia risolse di cassare la spesa d’un ambasciatore in Inghilterra, a malgrado dell’ ortodossia (1) Deliberati. Senato, tomo LVI, 14 Genna.jo 1534, m. v (2) Esposizioni Principi, 17 Marzo 1541, voi. I, face. 9. R. Brown. , 9