— 208 — detto che nel secolo XVII i Veneziani adoperavano » Honesdu (Hunsdon) cuggino di S. M.tà, il Gran Tesoriero, et » Gran Ciamberlano, et in fine S. M.tà stessa, dalla quale io » ricevei tutti quei maggiori honori et favori che possono esser » conferiti a gentilhuomeni privati, offerendosi molto largamente » in nostro servitio, pregandoci a conoscer occasione di valersi » di Lei, che la ci havrebbe fatto conoscer quanto lei deside-» rava gratificar la natione italiana, et particolarmente la ve-» nitiana ; et sogionse da che potrete conoscer in voi particolari » ciochè farei nel publico , stimando grandemente la III.ma » Sig.ria Così, ringratiata con parole convenevoli, si licentiamo, » sebene ia vedemo dapoi, et pigliamo nova licentia. » Furono il Sig.r Conte di Lester et il Sig.r Felippo Sin--» dene (Sidney) suo nepote che fu Amb.re all’ Imperatore, et le lettere amorose cbe noi abbiamo publicato nella nota a face. 104-106 di questo volume), il proprio ritratto di grandezza naturale, e che dal Duca d’Angiò ricevesse eguale ricambio. Lo rileviamo da un Dispaccio di Girolamo Lippomano da Parigi, scritto a dì 6 Novembre 1578. Eccone le precise parole : « Fra tanto manda il ritrato della medesima sua » grandezza et statura à quella regina d’Inghilterra, si come Lei ha » mandato il suo, la qual s’intende ha intimato li Stati generali di » quell’ isola per li primi di Gennaro, doi mesi innanti di quello che » si dovea., et al sicuro Monsieur aspetterà secondo il cons.0 del Re » suo fratello la loro resolutione intorno le conditioni di esso matri-» monio. » Non possiamo dire che cosa infine accadesse di questi ritratti ; ma che il Duca d’Anjou non fosse un miracolo di bellezza da innamorarne la Regina, che aveva oramai raggiunto gli anni 43 (n. a dì 7 Settembre 1533), può ben desumersi dalla descrizione che ce ne ha lasciato Le Laboureur (I, 702) : « François d’Alençon fut extrè-» mement défiguré par la petite vérole. Son nez bourgeonné devint » hideux sur la fin des ses jours. En raison de sa grosseur, il sembloit » qu’il en eut deux., greffés l’un sur l’autre. Ces deux nez tombèrent » de pourriture. » Quando il Duca andò in Fiandra furono composti i versi che seguono : « Flamands, ne soyez étonnez, » Si à Francois voyez deux nez. » Car par droit, raison et usage, » Faut deux nez à double visage. » Observ. sur les Mém. de Henri, Duc de Bouillon, tom. XLVII, facc. 459.