— 313 — esibitioni, che siano disposti à riconoscer questa Corona, ma che vogliono permissione di navigar nelle Indie, et reciproca libertà di conscientia, tanto nelle provincie sottoposte à Sua Maestà, quanto in quelle, che hora sono dominate da loro; la sua venuta è certa, quello che sia in effetto di Sueste conditioni non lo potemo affermar con fon-amento. La deliberatione che si prese, come scrissi io Cornaro, di restituir le giogie, che lasciò il Principe di Gales nella sua partenza al-P Infanta, si effettuò, essendo stato D. Andreas de Prada à casa dell* Ambasador de Inghilterra (1) à consignargliele, come anco gli portò la risposta di quella scrittura (2), copia della quale sarà con le presenti, la quale si confronta alFavisato. Di più contòle da 15 lettere, che esso Principe mandò à detta Infanta senza alcun segno di esser state aperte, dicendo che intendendosi dal Cattolico l’animo et le operationi della Maestà della Gran Bertagna, non parevali conveniente ritenere somma così rilevante de presiate giogie, essendo state accettate solo per il sponsalitio. V Ambasador ricevè il tutto con dichiarirsi che sarebbe depositario per esequir poi F ordini che li venivano ; stà nondimeno sospeso assai di questa attione de Spagnoli, et confessa, che havendone tenuto lume giorni avanti, s’ affaticò per divertirla. All5 Ambasador di Mantoa, sopra 1’ esposto del desiderio di sapere la sodisfattione del Re nel concertato con Savoia, è stato risposto che dovendosi riferire Fef-fettuatione del stabilito per otto anni, potrebbesi da Sua Maestà tardare sino à quel tempo il dichia-rirsi, ma che tutta via desidera sapere, prima che esplicar il gusto et Finterpositione suaj, quali terre si pensassero di assignare al Duca di Savoia, essendone molte in quei confini, che pregiudichereb-bono à suoi interessi, et che poi si maraviglierebbe il mondo, che el Signor Duca di Mantoa accettasse in pagamento di dotte il danaro, et non addiman-dasse similmente concambio dei luoghi nelle Lan-ghe, massime sapendo che diversi ve ne sono, che neccessariamente bisognano al Signor Duca di Mantoa per unione de suoi Stati nel Monferato. Questa è la risposta espressa ; 1’ Ambasciato«* re- (1) Il cavaliere Gualtiero Aston ambasciatore ordinario. Il conte di Bristol ambasciatore straordinario arrivò a Londra alla fine di Aprile 1624, e si dice che avesse portato indietro tutte le gioje : questo però era falso, ma un vascello fu mandato Per queste più tardi, ed esse arrivarono in Inghilterra nell’ Ottobre 1624. Vedi Nichols (voi. Ili, face. 973). (2) Un documento che empie 5 face., la copia del quale fu mandata innanzi dal Cornaro a Venezia, un dispaccio in data di Madrid, 2 Giugno. Re di Inghilterra non parevali conveniente ritenere somma cosi rilevante di presiate giogie, essendo state accettate solo per il sponsalitio. Dichiaratone Che l’Allibaceli’ Ambasa- sador de In-dor di lnghil- ghiiterra rice-terra. vè il tutto, COn dichiarirsi che sarebbe depositario per essequir poi gli ordini che li venivano, et sta nondimeno sospeso di questa attione de Spa-gnoli. Risposta al- Che all’ Am-1’ Ambasador basador di Mandi Mantoa so- toa sopra F es-pra F esposto, posto del desiderio di sapere la sodisfattione del Re nel concertato con Savoia, è stato risposto, che dovendosi differire l’effettuatione del stabilito per otto anni, potrebbesi da Sua Maestà tardare sino à quel tempo il dichiarirsi, ma che tutta via prima che esplicar il gusto et F interpositione sua, desiderava sapere quali terre si pensassero di as-signar al Duca di Savoia, essendone molte in quei confini, che pregiudica-rebbono à suoi interessi, et che il mondo si maraviglia-rebbe, che il Signor Duca di Mantoa accettasse in pagamento di dote il danaro, et non adimandasse concambio dei luoghi nelle Langhe, sapendo diversi esserne, et che neccessariamente bisognano al Signor Duca per unione de suoi Stati nei Monferato. Risposta del- L’Ambasador r Ambasador. replicò Simpli-cemente al punto primiero ricercando, che le fusse significato quei luoghi, che pregiudicano al Re, si alienino dal suo patrone, perchè glie l’avisarebbe, et sin