— 112 — La Republica aveva una particolare accuratezza nello scegliere idonei rappresentanti, e non vi fu nessun governo più libero da predilezione o da venalità nella scelta. Gli oratori veneziani sono da Wicquefort reputati i modelli dei diplomatici, e Lord Chesterfield esorta suo figlio, in qualunque corte si trovi, a coltivare in ogni modo la società e 1’ amicizia dell’ ambasciatore veneziano. Non è da maravigliare pertanto che le loro Relazioni fossero con ardore cercate, e che molte di esse siano passate in istranierrpaesi, tradotte più o meno correttamente. Nello stesso secolo XVI si fece in Roma una vendita di Relazioni venete manoscritte, al prezzo di quindici paoli per cento fogli. Il secretario Lionello trovò nel 1616 una serie pur manoscritta di esso Relazioni nella Biblioteca Bodlejana d’ Oxford (1), e nel 1621 sappiamo che 1’ ambasciatore veneto a Roma Francesco Contarini vi comperò una Relazione dell’ Inghilterra, scritta da lui medesimo undici anni prima, la quale, com’egli osserva: (1) Questi due ultimi fatti si citano dal sig. Armando Ba-scliet nella sua opera istruttiva e piacevole : Iprincipi dell’Europa nel secolo XVI (face. 50, 51). Egli offre pure la lista delle Relazioni veneziano che si conservano nella Libreria Bodlejana, la qual lista egli trascrisse da una lettera diretta all’inquisizione di Stato dal secretario Lionello, data a Londra, 26 Agosto 1616. Lionello, comunicando questa lista, esprime eziandio la sorpresa che carte di Stato così importanti avessero potuto mandarsi intorno in tal modo. La prima di cosiffatte Relazioni è quella di Giovanni Michiel. Queste Relazioni sono rammentate pur da Busino, cappellano dell’ ambasciator Contarini, nella sua Anglipodrida (1618), manoscritto inedito, ma indicato dalla Quarterly Review (voi. CII, facc. 398). Busino dice che queste Relazioni formavano un volume in foglio.