— 140 — orìrentur inter nostros (1); io non potei per altro scoprire fino al secolo seguente traccia veruna di console veneziano in Inghilterra. Il tenore della commissione data all’ ambasciatore conferma la nostra opinione intorno ai doveri dei consoli ; la quale è raffermata altresì dalla legge che dovesse ogni console essere assistito, e conseguentemente, fino ad un certo punto, riscontrato nel-1’ adempimento de’ suoi doveri, da una giunta di dodici mercadanti veneziani, che avessero ivi la loro stanza : legge che non poteva riferirsi se non al governo interno della fattoria, e non alle sue relazioni col governo. I consoli veneziani a Londra erano fino al 1570 necessariamente patrizi (2) ; quantunque in qualche altro porto d’Inghilterra si trovino due stranieri che ottennero dai Veneziani il permesso di sostenere l’ufficio consolare nel secolo XV ; e almeno verso il 1533 sembri che fossero per lo più eletti d’anno in anno nei diversi luoghi dai mercadanti colleghi e compatriotti, e sottoposti poi alla conferma del Senato. I nomi di questi agenti commerciali erano senza dubbio registrati negli atti del Magistrato sopra il Cottimo ài Londra, ufficio che in Venezia era connesso con quello dei cinque Savi alla mercanzia, e incaricato specialmente di riscontrare il Consolato di Londra; ma non ho potuto finora scoprirne la serie compiuta. Sappiamo tuttavia che nel (1) 1319, Indizione III, Commemoriali, voi. II, carte 65 t.° (2) Sandi, Principi di Storia civile della Repubblica di Venezia . . . Della parte seconda . . . volume primo, Venezia, 1775, Coleti, face. 253.