— 187 — deve animare il nostro zelo ; ma non dobbiamo considerarlo come una meta, che possa probabilmente raggiungersi. E molto se ci vien dato di sciogliere alcuna * delle minori difficoltà, onde si mettano in luce caratteri e motivi che furono mal compresi, ovvero pongasi in sodo un punto discusso di biografia. Piace determinare coi dispacci del Giustiniani l’indole vera e 1’ estensione delle trame di Enrico Vili a conseguire il trono imperiale ; trame di cui hanno saputo sì poco i contemporanei, e gli storici moderni hanno detto tanto più di quel che sapessero. Un dispaccio dell’ambasciatore Badoer contiene il rapporto d’ una legazione al re Enrico Vili, nel momento in cui salì al trono in Agosto del 1509 ; rapporto unico, e che mette in chiara luce l’indole altera ed imperiosa del giovane Re, e la gelosia con cui mirava fin da principio il suo rivale francese. Enrico s’adira a una frase dell’ ambasciatore Antonio Duprat, abate di Fócamp, la quale importerebbe che egli, Enrico, avesse per primo manifestato desiderio di continuare le relazioni amichevoli. Egli fieramente domanda qual dei suoi servi avesse avuto il coraggio di avventurarlo con una tale espressione ; chiede immediato pagamento di quello che egli chiama il suo tributo ; e, durante il resto della breve visita, tratta l’inviato con manifesto dispregio. Il primo accenno al divorzio della regina Caterina si trova nei due luoghi seguenti dei Diari di Marino Sanuto. Nel 1510, all’ occasione dell’ aborto che 1’ ambasciatore Badoer riferisce al giorno 8 di Giugno dell’ anno stesso, egli oscuramente dà un, cenno delle previsioni vaghe di qualche cangiamento, che andavano attorno. Allo scopo, egli dice, d’assicurare la successione fanno nuovi