8 CRONOLOGIA STORICA ben certo di non aver a temere qualche opposizione locale nel territorio stesso che gli era dipendente? Ma i principali ostacoli consistevano prima nella sua situazione topografica, Ìioi in quella gelosia quasi sempre esistente tra i capi del- o Stato di Genova e il sovrano di Piemonte e finalmente nella facilità colla quale poteva punirsi dai Francesi il menomo tentativo ostile delle autorità genovesi.Del resto queste, benché professassero neutralità, non venivano per ciò meno tacciate di essere parziali pegli attuali nemici della Francia. Ma fondata o meno che fosse tale accusa, spesso ripetuta contra il ceto patrizio, è certo che la maggior parte dei Genovesi serviva efficacemente la causa della rivoluzione francese, fornendo essa in copia compratori e depositarli delle spoglie eh’erano il risultamento delle politiche mutazioni operate oltre l’Alpi. Bene scorgevano i patrizi che ove continuassero a trionfare in Francia i principii demagogici, non tarderebbero essi a prevalere anche tra loro. Del resto, ammessa anche per sincerissima la promessa degli aristocrati genovesi di rimanersi neutrali nell’attuale stato di cose,non per questo era meno da prevedersi che le potenze belligeranti porrebbero in opera ogni mezzo per determinar Genova ad unirsi ai loro sforzi; e di fatti non fu lungamente rispettata la dichiarazione di neutralità del senato. Nell’agosto dell’anno stesso 1792 insorse una rizza nel porto di Genova tra i marinari di alcuni legni veneziani e quelli della fregata francese la Giunone. -Si strappò e stracciò il paviglione di questa fregata. Dei 5o marinari arrestali e presunti i più colpevoli, quattro furono posti in libertà per mancanza di prove sufficienti, un quinto fu per decreto del senato condannato a restituire un paviglione al console della repubblica francese,si prorogò per 8 giorni la sua detenzione in un carcere e allorché la Convenzione nazionale istituita a Parigi il 21 settembre voleva occuparsi di vendicar tale offesa, ricevette dai suoi ministri degli affari esteri e della marina la dichiarazione che il delitto di cui tratta-vasi non era che l’effetto di una querela privata, nella quale i Francesi erano stati gli aggressori, mentre i Genovesi vi aveano soltanto figurato come semplici testimoni. Non cravi dunque il caso, dicevano essi, di chiedere al governo di