DELLO STATO DI VENEZIA 169 difesa della propria sua capitale, seguiva con caldo interessamento i movimenti che avvenivano 0 si stavano ancora apparecchiando nelle provincie venete contra i Francesi. A tale proposito ebbe luogo il 9 aprile una Conferenza in Vienna tra il barone di Thugut e l’ambasciator veneto, al quale venne fatta la proposta formale di unire le forze de’Berga-maschi e dei Bresciani colle truppe austriache, onde terminare con una pace ragionevole la gacrra d’ Italia. Il ministro austriaco parlò di chiudere i varchi del Tirolo, c conchiuse col dire dipendere dal senato di ridurre i Francesi alle ultime estremità. In questo mezzo tempo a Parigi, al quarticr generale ed anche in altri luoghi erano in piena attività le negoziazioni per la pace; ma i due generali in capo, le cui armate stavano a fronte l’una dell’altra, volcano aver soli tutta la gloria dell’ esito. Allora il governo veneto pose ad incoraggiare la sua leva in massa tutta la cura che potea desiderar F Austria. E di fatti assai male procedevano le cose dei Francesi nel Tirolo, ov'era rientrato Laudon, organizzando una insurrezione e ponendo tutto in opera per esaltare gli spiriti. Bona-parte non avea lasciato in Italia che 12,000 uomini, 4^°oo dei quali custodivano la Bomagna e 8,000 trovavansi dispersi tra il 'ragliamento e le frontiere del Piemonte. I loro capi ben conoscevano quanto fosse importante di non rimaner privi di vittuarie,e d’impedire non fosse intercetta la lor linea di comunicazione col Milanese; quindi si sbracciarono a disarmare i paesani, i quali ritiraronsi nelle loro montagne. Si è detto di sopra che la leva in massa della provincia di Verona valutavasi a 3o,ooo uomini. Ivi si creò un comitato per secondare le disposizioni militari con rigorose misure di polizia. Alla vista di tali preparativi,che Bonaparte non volca nè potea credere unicamente diretti contra i sudditi veneti ribelli, egli inviò Junot, uno de’suoi aiutanti di campo,a Venezia con due lettere scritte il 9 aprile da Judcmburgo. L’una era pel ministro di Francia, l’altra pel doge, a cui non dovea essere consegnato che in presenza del collegio raccolto, e venne fissata l’udienza pel i5 aprile. Frattanto P.< III.* T.° IV.' 11 *