,7o CRONOLOGIA STORICA giunse una terza lettera «lai generale in capo, in risposta a una Memoria indirittagli da Francesco Pesaro. In tutte c tre codeste lettere, le accuse e i rimproveri erano, secondo il solito, accompagnati da minaccie. Negava Bonapartc essere i Francesi gii autori delle sommosse di Bergamo, Brescia e Crema.» Si ebbe la destrezza, così egb scrivea, di cogliere il momento in cui mi si credeva impigliato nelle {¡ole della Carintia,cort l’armata a fronte del principe Car-o, per eseguire un tradimento quasi senza esempio. Nè possiamo più dubitare l’oggetto dell’armamento dei Veneti non fosse quello di prendere alle spalle l’esercito francese. n Imponeva poi imperiosamente misure che doveano arrestare quanto era stato macchinato contra i Francesi, e proponeva formalmente la guerra o la pace. Rispose il doge all’ aiutante di campo Junot verrebbe l’affare sottoposto alla deliberazione del senato,sempre compreso di sentimenti di lealtà e di sincera amicizia per la repubblica francese. Allorché fu partito Junot, si lesse una nota del ministro di Francia in Venezia,che ripeteva le inchieste del generale in capo dell’armata d’Italia. Lo stesso giorno i5 aprile si deliberò e venne adottata una risposta giustificativa, annunciarne che i deputati erano incaricati di occuparsi, d’accordo col generai Bonaparte,di tutti i mezzi per satisfarlo, e impegnar lui stesso a ristabilire l’ordine nelle provincie disgiunte dalla capitale. Ma trovando Junot che la risposta che gli si diede non conteneva che promesse evasive, partecipò di ordinare venisse in Venezia la dichiarazione di guerra; sul clic per altro riuscì calmarlo e farlo partire di nuovo. II provveditor di Verona, dopo parecchie mene, avea ottenuto dai comandanti francesi che s introducessero in quella piazza quattro compagnie di truppe schiavone; studiando con ciò di guadagnar tempo per eludere il disarmo voluto dal generale in capo francese. Intanto tale disarmo veniva operato dai comandanti francesi a Peschiera, Castel Novo e in altre piazze. Bergamo c Brescia teneano forte. A Verona.in cui i Francesi non r,rano ?rau IaMo superiori, prendevansi dall'una parte e dal- I altra precauzioni che,a malgrado le incessanti proteste di