DELLO STATO DI VENEZIA municipale, la maggior parte degli uditori rimasero immobili, nè maggiormente si elettrizzarono allorché una brigata di giovinoti! con ufi quasi convulsivo commovimento fecero sventolare in aria c sciabole c fazzoletti: lo che ripeterono qualunque volta sentivano pronunciarsi daGallino le parole di eguaglianza, liberili, repubblica francese e Bonaparte. l'arca volessero eseguire una manovra comandata da Villc-tard.il quale con bercilo rosso di polizia in testa vedeasi allacciato ad uno dei balconi della piazza, immediatamente sopra l’arcata dei caffè Florian, ov/s perorava l’avvocato Gallino. Terminata la cerimonia, si ripigliò la marcia per giun- fcrc al palazzo, al cui ingresso era rimasto un piccolo corpo i Francesi. Questi però si mostravano indifferenti alle focose dimostrazioni che vorso loro si facevano da alcuni Veneziani, di fresco seguaci dello spirito rivoluzionario. Al dopo pranzo,questi stessi individui vollero fare sulla gran piazza eli S. Marco alcuni balli civici.ea quest'oggetto invitarono due o tre soldati della repubblica francese, clic cedettero alle loro istanze, e cantarono stonatamente la Carmagnola, la cui musica e più che altro le parole avrebbe-ro dovuto riuscire cosi dissonanti per orecchi italiani. Benché cessato fosse il dominio di S. Marco,il protettore- dell’ antica repubblica, crasi per altro conservato in fronte al proclama di quel giorno 16 maggio l’emblema ossia stemma rappresentante un leone alato. Solamente ipve-cc della leggenda solita a leggersi sul libro aperto tra gli artigli del leone di Pax libi Marce, Evangelista ìncus, erano stampate le parole: I diritti e i doveri delP Uomo e del cittadino. In quell’istante stcssò, il giorno tS, i pleuipotcnziarii dell’ ex gran Consiglio segnavano in Milano un trattato che consacrava l’abdicazione della veneta autocrazia e garantiva l’invio a Venezia di una divisione di truppe francesi per mantenervi il buon ordine e la sicurezza personale e delle sostanze, con promessa verrebbe quella forza armata ritirata tosto che non fosse più creduta necessaria dalla novella amministrazione. Egualmente le altre divisioni‘dell’esercito di Bonapàrte . doveano lasciare tutte le parti del territorio veneto nella P.‘ III.* T.° IV/ »3