4,^ CRONOLOGIA STORICA presso le mogli e congiunti degl’individui falli da esso lui arrestare, per raccomandar loro di non avere veruna inquietudine, giacché ben presto sarebbero i detenuti lasciati in libertà. Prima di, rientrare nel palazzo, ricevette lettere da’suoi fratelli che gli comunicavano essere tutto riuscito a bene quanto aveano essi intrapreso, e gli stessi corrieri gli re-caroflo la nuova di ciò ch’era avvenuto nella capitale. Gustavo ricevette al palazzo comunale il nuovo giuramento dei magistrati,« poscia quello dei collegii,ossia dipartimenti del governo, non che quello della milizia. E nel rientrare nel suo palazzo,fu felicitato dai ministri esteri, ai quali egli dichiarò si conserverebbero sempre gli stessi i suoi sentimenti verso i suoi vicini e i suoi alleati. Un ufficiale inviato ai reggimenti che marciavano verso Stockolm intimò loro l’ordine di ritornare sui loro passi, e siccome quell’ordine era concepito nella solita forma, e i capi ignoravano gli avvenimenti di Stockolm, ognuno vi obbedì. Con proclama affisso su tutte le vie invitavansi i fedeli sudditi del re a rimanersi spettatori tranquilli delle misure che richiedeva la salvezza della patria. Sopraggiunta la notte, i soldati rimasero sotto l’armi; c Gustavo la consumò nel fare pattuglie onde prevenire qualunque disordine. Tutto si passò con calma. I Cappelli,{uor di sé per la caduta dei loro avversarli, dimenticarono nell’ebbrezza della gioia clic quella catastrofe trascinava seco la rovina della costituzione, e che il solo re profitterebbe dei risultameli. I Berretti, discordi e diffidenti gli uni degli altri , ignoravano i veri disegni del re, e quindi si sottomisero; parecchi anche si recarono a corteggiare il monarca, gareggiando colla fazione contraria; il maggior numero si mostro meno afflitto per la perdita di una costituzione che garantiva la loro indipendenza di quello clic geloso di ottenerne il compenso nel favore del principe. La massa del popolo, che avea cosi crudelmente gemuto sotto il potere della nobiltà, vedea con giubilo passare quello stesso potere nelle mani del monarca.