DELLO STATO DI VENEZIA governo di San Marco erano accompagnati da ordini del giorno e da lettere dei generali francesi, le cui espressioni erano pei Veneziani ancor più tremende, poiché dicevano di non avvicinarsi se non ehq armali della spada della vendetta. Dei quali avvenimenti giungeva la nuova sino al quar-tier generale dell’armata francese, penetrato sino alle frontiere dell’Austria. Il senato stava ansiosamente aspettando ragguagli intorno l'accoglienza colà ricevuta dai suoi deputati. In realtà essi all'epoca del macello di Verona non erano ancora stati offerti. Giunti a Gratz,conferirono il giorno 38 col generale in capo; e incontrando tutti i rimproveri ed i sospetti,dichiararono cercarsi gli autori degli assassinamenti succeduti, e la repubblica contar di punirli essa stessa esemplarmente; essersi già posti in libertà i prigionieri francesi, polacchi e bresciani; nel resto essa effettuerebbe,giusta il desiderio di Bonaparte, il disarmo generale, purch’egli si assumesse di far rientrare nell’ordine le città sollevate. Bonaparte insistette perchè fossero posti in libertà tutti i prigioni, senza eccezione, i quali erano arrestati per opinioni politiche: disse che l’armata francese non parlava se non di far vendetta dei commessi omicidii; la quale soddisfazione egli non potea ricusare, ove non si facesse volontariamente compiuta giustizia di tutti i malfattori: convenire che si scacciasse da Venezia il ministro inglese; che a lui solo egli dichiarava guerra, per poco non si prendesse tosto un partito tra Francia e Inghilterra; non voler egli ormai più nè inquisizione di stato nè senato; non trattarsi già più di alleanza con Francia, ma di obbedirgli in tutto ciò eh’ ci fosse per ordinare; clic i nobili di terraferma dovessero come gli altri aver parte nella direzione delle pubbliche cose; del resto essere vecchio il governo attuale, e dover per conseguenza crollare. Risposero a lui i deputati non aver essi altro ordine che di punire i colpevoli,al che già crasi dietro, ma quanto al disarmo non esser possibile di effettuarlo se non dopò si fossero sommesse le città insorte. Egli allora gridò ad alta voce:» Ho 80,000 uomini,e dar voglio la legge. Ove nul- 1 altro abbiate a dirmi, potete andarvene.»