DELLO STATO DI GENOVA 37 municipalità interinale; i cui membri scelti dal governo, clic era esso pure interinale, erano tutti delle varie classi della nazione; tre soli nobili v’entravano. Subito s’imprese a stabilire un qualche ordine nelle riviere del Levante e Ponente. Se compiuta non era stata la disorganizzazione, ciò doveasi alle antiche comunità che eransi attribuiti nuovi poteri e li esercitavano con molta regola. Il 14 luglio ebbe luogo brillantissima festa pubblica alla ricorrenza dell’anniversario di quel giorno tanto caro ai novatori francesi,dopo il principio della rivoluzione 1789. Anche i repubblicani della Liguria adottarono la stessa giornata per solennizzare la loro indipendenza. A malgrado gli arresti, sequestri e contribuzioni forzate che gravitavano particolarmente sui patrizi di vecchia data, gli allari e i piaceri di società seguirono in città l’ordinario lor corso. In questo stesso giorno 14 vi fu complotto di molto popolo davanti il palazzo della banca S. Giorgio, per la voce sparsavi che i suoi direttori avessero affittate le gabelle all’antico aggiudicatario Cresta. Ad alte grida chic'devisi la sua testa, ma egli prudentemente era svignato. Riuscì però di acchetare la moltitudine, assicurandola che non aveasi nemmen sognato di appaltar le gabelle, ed eransi soppresse le amministrazioni di cui il popolo s’era doluto, Nel i5 il governo interinale decretò si porterebbero al numero di 6000 uomini, non compreso il corpo degl’.in» gegneri,' le truppe di linea al servigio della repubblica li* Sure’ Il 28 il direttorio esecutivo diede a Parigi solenne udien» na all avvocato Boccardi.nominato ministro plenipotdnziario della repubblica in sostituzione di Stefano Ilivarola, stato richiamato come lo era da Londra il marchese Spinola.Esso direttorio, arbitro della Francia, avea poco prima indiritta a Bonaparte una lettera per testificargli la sua piena ed intera approvazione sulla condotta politica e militare da lui tenuta rapporto agli affari di Genova, non clic a quelli di Venezia. 11 3i il popolo, ch’era ancora ben lungi dall’aver perduta l’abitudine di attnipparsi, si portò in folla al palazzo