loo CRONOLOGIA STORICA torio esecutivo milanese, vessato continuamente con piccoli usurpi (iella sua autorità, dava motivo di essere biasimato esso stesso col permettersi altri usurpi, facendo mosse incerte o domande inconvenienti, e messaggi ora ridicoli, ora imprudenti. Finalmente tanti falli e torti reciproci aumentavano di giorno in giorno dissensioni che talvolta arrivavano all’ultimo scandalo. Dipendeva dal direttorio francese stabilir l’equilibrio e l’ordine nella repubblica cisalpina, ma per lui era essa divenuta oggetto d’inquietudine più che d’interesse. In realtà il destino del nuovo stato pendeva dalla sorte di una battaglia, dacché il trattato 27 ottobre 1797 di Campo-Formio, nel fissar l’esistenza del governo cisalpino, gli avea dato una frontiera difficilissima a difendersi. 1 quinqueviri clic regnavano sulla Francia si credevano dunque al momento di vedere invaso il territorio della piccola repubblica che ancora era loro subordinata, e temevano pure 11011 si perdesse allatto il frutto delle conquiste di lìonaparte, e principalmente perdi’era possibilissimo che l’Italia, stanca di un giogo straniero, venisse alla risoluzione decisa di bastare a sè stessa. Nell’attuale organizzazione dei Cisalpini, calcolavano i reggitori di Parigi sovra ogni altra cosa il denaro clic trar potevano da Milano, nò per nulla si davano pensiero di rendere meno onerosa una tutela, d’altronde assai umiliante. Nè soltanto in quella città si menava lagno di tante e tante ¿sazioni, ma se ne gemeva per tutta Lombardia ; cd allorché cominciò a vacillare in Italia la potenza francese, i popoli clic nc abitavano la parte settentrionale non si diedero gran pena per sostenere le istituzioni c gli agenti del potere dominatore. Prima ancora che i direttori francesi 3vescro attaccato apertamente l’indipendenza della repubblica cisalpina, n’e-rano stati da Bcrthter destituiti i primi funzionarli, cd altri ne avea sostituito a suo grado,senza verun riguardo al trattato allora concluso. Non appena ratificato il quale, a malgrado i reclami di una viva e numerosa opposizione, chiese una contribuzione di 600,000 franchi, da farsi entro brevissimo termine,e fu il primo a provare che l’alleanza convenuta tra le due repubbliche non era un atto olTeusibilc de«